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DECIFRATO IL DISCO DI NEBRA

IMPRESSIONANTI RELAZIONI MATEMATICO GEOMETRICHE
NEL DISCO DI NEBRA (1600 a.C.)

LA PRIMA MAPPA STELLARE EUROPEA

UNA MISTERIOSA MECCANICA CELESTE INCIFRATA NEL DISCO DI NEBRA

AUTORE VASILE DROJ

 

Vasile Droj autore di questo articolo fa una scoperta straordinaria paragonabile alla Pietra di Rosetta: il Disco di Nebra non è fatto a caso e né a mano libera ma in basi a dei calcoli matematico geometrici ultra precisi che lasciano intravedere una scienza impressionante che supera ogni immaginazione. Relazioni matematico geometriche sorprendono uno scenario inquietante dove ogni carattere inciso sul Disco é a lungo elaborato secondo una geometria sconosciuta che l’autore chiama “embrional sintetica”. La Terra è vista dallo spazio cosmico in base ad’una meccanica celeste sbalorditiva che fa pensare se non ad una provenienza extraterrestre delle informazioni contenute nel Disco, di sicuro ad un relitto di qualche avanzatissima civiltà remota. Il Disco di Nebra racconta anche una nuova cosmogonia con accenno sulle energie circolari od orbitali di cui i numerosi archi sono testimone. L’energia dei campi circolari esprimerebbe un altro mondo in quale la luce curva è il pieno sovrano.

  Molti siti e reperti archeologici in tutto il mondo sono studiati da centinaia d’anni e su di loro si è detto quasi tutto. Di tempo in tempo spunta una nuova scoperta e tutti i ricercatori si butano sul nuovo arrivato disecandolo nei minimi particolari. Tra gli ultimi arrivati è il sito neolitico di Goseck in Il Disco di NebraGermania e il Disco di Nebra trovato nelle sue vicinanze nel 1999. Questo sito archeologico datato 7.000 anni fa si presume essere un vero osservatorio astronomico.
   La costruzione di questo sito è attribuibile ad un popolo appartenente alla cultura danubiana neolitica proveniente dai Carpazi, pressapoco, dove è oggi la Romania, che poi si diffuse in quasi tutta l’Europa. Lasciarono tracce indelebili come le statuine pensanti i cosiddetti “Pensatori” sparpagliati dalle foci del Danubio fino in Europa centrale, ma specialmente dei grandi santuari circolari. Questi ultimi sono concepiti e costruiti su un archetipo comune; quello di tre o quattro cerchi concentrici.
   Proprio nei Carpazi si trova un santuario circolare (Sarmisegetuza-Regia) abbastanza simile a quello di Stonehenge e a quello di Goseck in Germania. La caratteristica essenziale del sito tedesco è la mancanza delle due assi perpendicolari dei Solstizi e degli Equinozi, rimpiazzate da tre entrate che fa pensare ad una “asse triangolare”. La presenza del numero tre ha un significato preciso e si riferisce ai tre corpi celesti che generano e influenzano la vita: la Terra, il Sole e la Luna. Sembra che la soluzione di questo triadico problema si trova in un disco trovato a Nebra non lontano da Goseck e che immortala i tre corpi celesti in un’inedita congiunzione.

IL DISCO DI NEBRA

   Nel 1999 nelle vicinanze di Sachsen-Anhalt nelle montagne di Harz in Germania fu scoperto un disco di bronzo del neolitico datato 1600 a.C. con Disco di Nebraun diametro di 32 centimetri e un peso di circa 2kg. Le incisioni in oro sul campo del grande Disco rappresentano un disco minore, una semiluna, due archi opposti situati ai bordi del grande Disco ed in fine un arco di cerchio. Il campo del disco è sparpagliato poi da 30 dischi minuscoli chiamati cerchietti o punti.
   Per l’assomiglianza con i luminari celesti, il Sole e la Luna, gli studiosi gli hanno attribuito funzioni astronomiche considerando il reperto nel suo insieme la più antica mappa del cielo. Il raggruppamento dei sette cerchi presenti nel campo e riducibile alle sette stelle della Costellazione delle Pleiadi ciò che lo fa diventare anche una mappa stellare. Fin qui, già conosciuto dalle riviste di specialità. Quello che é nuovo e rivoluzionario in questo articolo è la mia dimostrazione inequivocabile che il Disco di Nebra è stato costruito in base ad’una visione unitaria e a calcoli matematico geometrici estremamente precisi che lasciano intravedere uno scenario che impressionante.

STRAORDINARIE RELAZIONI MATEMATICO GEOMETRICHE

   Venti anni fa ho messo le basi di una nuova disciplina chiamata Artematica (Arte matematizzata) ossia la dimostrazione che quel genere d’arte proveniente dai tempi remoti non è paragonabile a quello praticato oggi, ma ogni suo artefatto contiene precise delimitazioni per comunicare rapporti, proporzioni, messaggi. In una parola quel“arte” fu “matematizata”. Utilizzando la nuova metodologia “artematica” ho rivelato che decine e decine de reperti archeologici contengono segretissimi contenuti che per migliaia di anni sono rimasti nascosti.
Disco di Nebra    Applicando la scienza artematica al Disco di Nebra sono usciti fuori cose straordinarie che superano qualunque immaginazione, dimostrando che i suoi costruttori avevano una conoscenza superiore a tutto quello che noi sappiamo su di loro. Ogni incisione sul Disco è perfettamente calcolata sia in dettagli sia in sintesi. Tutti gli elementi sono in interelazione matematico geometrica tra loro componendo costruzioni estremamente sofisticate. Ecco:

La Ragione del Mini-Disco

All’interno del grande Disco esiste un mini disco per nulla centrato ma situato un può laterale. Per quale ragione? Eccola: tutti gli archi hanno le estremità tagliate in linea retta. Se prolunghiamo queste linee rette verso l’interno del grande Disco osserviamo che esse convergono proprio nel centro del Mini Disco (fig. 1).

  1. Il prolungamento del taglio lineare superiore dell'Arco Laterale sinistro passa attraverso il centro del Mini Disco.
  2. Il prolungamento lineare del taglio inferiore dello stesso arco passa anche lui attraverso il centro del Mini Disco.
  3. Disco di NebraContinuando la linea del taglio inferiore dell'Arco laterale destro si arriva al centro del Mini Disco.
  4. Se si prolunga la linea del taglio destro dell'Arco Solitario situato sotto il Mini Disco, si osserva che anche essa passa attraverso il suo centro. La domanda è, come mai tutte queste relazioni? Il fato è evidente e indiscutibile. Quale è la loro logica? E l’argomentazione non si ferma qui.
  5. Se dall’altro taglio sinistro dell’Arco si prolunga una linea, si rimane stupiti costatando che essa passa proprio nella punta del taglio inferiore dell’Arco Laterale sinistro. Ma quello che è davvero impressionante è il fato che il prolungamento verso destra interseca la linea “a” in un punto che è proprio il centro generatore dell’Arco Solitario. Mettendo un compasso in quel punto questo gira perfettamente attorno all’Arco Solitario. Il fato è impressionante tenendo conto che sulla stessa linea abbiamo tre punti fortuiti che devono rispondere e corrispondere ad una logica di sistema. Basta spostare uno dei punti che tutto salta. Questo ci fa pensare che la concezione, la simulazione e la costruzione delDisco di Nebra è stata fata attraverso la simulazione sul computer.

Il Raggio del Mini-Disco misura chiave di rapporti e proporzioni

Disco di NebraUn'altra straordinaria caratteristica del Disco di Nebra è il Raggio del Mini Disco utilizzato dai costruttori come modulo di misura. In tal senso tutte le distanze caratteristiche all’interno del Maxi Disco sono multipli di questo Modulo. Addirittura i minuscoli dischi o punti che rappresentano le stelle sono distribuiti nello spazio in relazione a questo Modulo (fig. 2).

  1. Il Modulo che rappresenta il raggio del Mini Disco si trova ben espresso come distanza tra il cerchio del Mini Disco e la parte interna dell’Arco Laterale sinistra.
  2. Nella stessa zona la distanza tra la punta inferiore esterna dell’Arco Laterale sinistro e la punta superiore interna dello stesso è espressa in quattro Moduli ossia quattro Raggi. Interessante il fato che questa linea verticale taglie in due parti uguali il Modulo (“a”).
  3. Dall’altra parte del Disco, l’Arco Laterale destro è anche lui espresso in un multiplo di 4R.
  4. Anche l’apertura dell’Arco Solitario è un multiplo del raggio del Mini Disco 3R.
  5. La linea che esprime l’altezza dell’Arco Solitario è proprio dalla stessa lunghezza del Modulo-Raggio del Mini Disco.
  6. La stessa distanza si trova dall’altra parte dell’Arco Solitario tra la sua punta interiore e la punta inferiore della Semiluna.
  7. Disco di NebraDallo stesso punto sinistro dell’Arco Solitario fino al Mini Disco sono esattamente due Moduli ossia due Raggi.
  8. La distanza tra le due corna della Semiluna è esattamente di 2,5R.
  9. Dal Mini Disco alla Stella centrale del gruppo che costituisce la presunta costellazione delle Pleiadi ce una distanza esatta di un Modulo.
  10. La stessa distanza esiste tra la Stella e la punta della corna superiore della Semiluna.
  11. Ed in fine dalla punta superiore della corna della Semiluna fine all’angolo superiore esterno dell’Arco Laterale destro c’è un altro Modulo.

Tutte queste relazioni ci lasciano sbalorditi. Le lunghezze dei archi, dei dischi come anche le distanze fra di loro sono tutte multipli del Raggio del Mini Disco. E’ impressionante, tenendo conto che il reperto è del neolitico. E le sorprese non finiscono qui perché anche i Piccoli Cerchietti che rappresentano le stelle sul firmamento celeste sono distribuite in base allo stesso Raggio-Modulo (fig. 3).

I Piccoli Cerchi–Stele, governati dal Raggio-Modulo. I Piccoli Cerchi sparpagliati sul Disco di Nebra non sonostati messi là a vanvera ma hanno anche loro una ragione di cui il primo aspetto è quello d’essere distanti Disco di Nebratra loro più o meno di un Raggio del Mini Disco (fig. 4). Ci sono tre piccole variazioni di distanza tra loro: la piùlunga quando il Raggio-Modulo tocca le circonferenze esterne di due Cerchietti, una media, quando tocca circonferenza e il centro dell’altro cerchietto e la più piccola, quando tocca le loro circonferenze esterne.
   Il Gruppo dei 7 Cerchietti che raffigurerebbe la costellazione delle Pleiadi è totalmente governata dal Raggio-Modulo. Nella (fig. 5) è ben visibile che tutte le stelle opposte sono disposte ad’un Modulo di distanza. Questo vuole dire che tra il Mini Disco che rappresenterebbe il pianeta Terra e il gruppo di cerchietti rappresentati dalla costellazione delle Pleiadi esisterebbe un collegamento.
     La ragione dei Piccoli Cerchi. I Cerchietti non sono distribuiti sul Disco a vanvera ma in base ad una ragione ben precisa. Il principio è quello dei “tre punti collineari” * che esprimono una logica, un intento, e perciò non l’azzardo. Quasi tutti i punti sono in tri-colinearità cioè minimum tre sulla stessa linea (Fig. 6). Le linee a, b, c, d, e, f, g, h. contengono addirittura 4 punti colineari provando che la loro distribuzione non è il risultato del caso ma di un intento logico dell’autore del Disco di Nebra. Le altre linee contengono soltanto tre punti colineari.
     Interessante poi il fato che le linee ”b” e “d” sono perpendicolari sulla linea “a”. Le linee a tre punti colineari“i” e “j” sono perfettamente tangenti al Mini Disco.
Disco di Nebra     I Cerchietti tangenti al Mini Disco. Quello che impressiona di più è il fato che se prendiamo a caso qualunque cerchietto e portiamo una linea tangente al Mini Disco essa passerà automaticamente attraverso un altro Cerchietto o viceversa se una linea attraversa due Cerchietti è automaticamente tangente al Mini Disco (fig. 7). In questo modo tutti i Cerchietti sattisfacono questa equazione. Uno solo non rimane fuori. Praticamente il Mini Disco è ingabbiato dalle tangenti.
Il fato ci da molto da pensare perché per realizzare una tale distribuzione c’è bisogno di un computer. Qui abbiamo da fare con una meccanica celeste che supera da lontano la nostra conoscenza e c’è da chiedersi se i Cerchietti non rappresentassero corpi artificiali situati attorno alla Terra nell’epoca della costruzione del Disco di Nebra.
Il Cerchio Satellitare attorno al Mini Disco. L’idea della presenza attorno alla Terra di corpi estranei si deduce anche dalla constatazione che tutti i Cerchietti nell’Orbita satellitare sono distribuiti ad uguale distanza attorno al Mini Disco (fig. 8). Lo spazio più largo tra i satelliti della cintura è ricaricato dalle stelle della Costellazione delle Pleiadi.
     Il Cerchio Satellitare della Costellazione delle Pleiadi. Non soltanto il Mini Disco ha una cintura di satelliti ma anche la così detta costellazione delle Pleiadi che già di per se è composta da un cerchio di stelle (fig. 8). Ecosì attorno al già esistente piccolo cerchio di stelle si trova un altro più grande. Questo cerchio s'interseca conquello esistente attorno al Mini Disco.
    
Disco di Nebra     L’Arco Solitario chiave del mistero dei Cerchietti e delle Orbite Satellitari. C’è da chiedersi da dove provengono tanti piccoli Cerchietti e perché gran numero di loro compongono cerchi satellitari. La chiave del mistero sta nell’Arco Solitario che già di per se stesso è una parte di cerchio, alludendo così alle cinture satellitare.
      La prima constatazione interessante è quella che lo spessore dei Cerchietti e quella dell’Arco Solitario è simile come se essi provenissero dal disfacimento dell’Arco. Completando la parte mancante dell’Arco Solitario otteniamo un cerchio (fig. 9a). E’ bene, nella parte restante del cerchio virtuale si possono introdurre tutti i Cerchietti sparpagliati sulla superficie del Grande Disco di Nebra (fig. 9b). Ecco perché la stragrande maggioranza dei Cerchietti si dispongono in orbite circolari.
Per capire l’idea dell’Arco frantumato ci aiutano proprio gli artefici del Disco di Nebra che lasciano due Cerchietti vicinissimi alle punte dell’Arco Solitario. Il Cerchietto “a” è situato nell’interno dei due cerchi dell’Arco per dimostrare che hanno lo stesso spessore. Di più la distanza tra lui e la punta dell’Arco è proprio quella di un Cerchietto suggerendo che là dentro si possono inserire anche gli altri, anzi tutti.
Dall’altra parte sulla punta destra il Cerchietto “b” è un può uscito fuori proprio per indurre l’idea della disintegrazione e dello sparpagliamento dei Cerchietti fuori dall’Arco Madre. Dietro questa descrizione c’è una strana visione che gli autori del Disco vogliono trasmetterci e che sarà esposta e dimostrata alla fine di questo articolo.

UNA MISTERIOSA MECCANICA CELESTE
IL GIOCO DELLE FORZE PLANETARIE E STELLARI

Disco di Nebra   Al di la dell’originale e sofisticato gioco dei Cerchietti, il Disco di Nebra porta nel suo campo frontale l’evidente rappresentazione del Mini Disco, dell’Arco Solitario e della Semiluna nonché dei grandi Archi laterali. E’ il palco scenico dei grandi luminari: il Sole, la Luna come anche la Terra.

   L’enigma della Semiluna. L’idea che il Disco di Nebra non è fato a caso come semplice manifestazione d’arte neolitica ma rappresenterebbe uno dei più straordinari artefatti che l’uomo abbia mai concepito lo si vede dall’inizio delle dimostrazioni fate e si può dimostrare ancor una volta nel caso della cosi detta Semiluna. Eccola:
Se tra le due corna della Semiluna si porta una linea retta e nella sua metà s’installa un compasso si osserverà con stupore che il cerchio eseguito continuerà perfettamente il contorno convesso della Semiluna (fig. 10a). Come mai? Questo vuol dire che la Semiluna non è stata tracciata a vanvera, a mano libera, ma in base a dei calcoli precisi e di leggi geometriche inconfutabili. In questo caso la linea retta tra le sue corna altro non è che il diametro della stessa Luna. La Semiluna gravata sul Disco di Nebra è 1/4 della Luna piena. La Semiluna poteva essere più piena o più sottile come spessore, invece no, proprio per soddisfare una relazione matematica e geometrica nello stesso tempo.

Disco di NebraLa Semiluna virtuale. Anche l’arco concavo della Semiluna non è fato a caso ma in base a dei precisi calcoli. Ecco come: dalla metà della linea retta tra le Corna della Semiluna si traccia una linea tangente alla parte superiore del Mini Disco (fig. 10b). Mettendo la punta del compasso nella metà della linea delle Corna Semilunari con un’apertura uguale alla parte concava della Semiluna si circoscrive un cerchio, e dove toccherà la linea tangente, la sarà il centro del cerchio che traccia la concavità interna della Semiluna. E veramente mettendo la punta del compasso in quel punto si otterrà un cerchio che passerà perfettamente attraverso la parte concava della Semiluna. In tal modo nasce un'altra Semiluna Virtuale più grande di quella reale (fig. 10 c).
In conclusione, l’Arco concavo e quel convesso della Semiluna sono costruiti con avendo i centri sulla linea tangente al Mini Disco partendo dalla metà della linea tra le Corna semilunari. Questa linea altro non è che ilDiametro della Luna: parte visibile e parte invisibile.
La linea tangente al Mini Disco che attraversa il diametro lunare ha una lunghezza precisa di 3 Diametri del Mini Disco ossia 6 Raggi Modulo (fig. 11).
     La Semiluna Virtuale e l’arco Solitario hanno lo stesso Raggio. Tra la Semiluna Virtuale e l’Arco Solitario c’è una stretta relazione. Il raggio interiore dell’Arco Solitario è praticamente uguale al raggio del Cerchio concave della Semiluna (fig. 12).

UNA MECCANICA CELESTE SBALORDITIVA

   Fin qui è stato appena fata una descrizione decente di quello che è contenuto nel Disco di Nebra. Già di per se essa supera la comune immaginazione. Mai ma mai nella storia umana si è trovato tanta informazione Disco di Nebraconcentrata in un oggetto di piccole dimensioni. Ma quello che ci farà rabbrividire appena deve incominciare.
Le vere informazioni nascoste nel Disco celeste di Nebra si vedono appena s’inseriscono tutti gli elementi fin qui esposti. Combiniamo per esempio le tre figure essenziali: il Mini Disco, la Semiluna assieme alla Semiluna Virtuale e l’Arco Solitario (fig. 13). I tre corpi celesti si occultano creando tra loro un gioco di forze gravitazionali. C’è da chiedersi qual è il momento vettoriale risultante di queste forze?
Se portiamo una linea che unisce il centro gravitazionale della Luna e quello del Mini Disco che è la Terra, costatiamo con sorpresa che questa linea è tangente al cerchio esteriore dell’Arco Solitario. Di più il punto dovela linea tangente tocca la periferia del cerchio esterno è proprio il punto d’intersezione con il cerchio invisibile della periferia lunare (fig. 14).
E non è tutto perché la grande sorpresa appare quando si costata che questo punto comune altro non è che il Centro del Disco di Nebra. Impressionante. Tutte le forze e i momenti angolari si racchiudono in questo punto che è il Centro del Tutto. In questa ipostasi il Disco è il Sole stesso ossia l’elemento mancante come rappresentazione.    
Disco di NebraUn'altra grande sorpresa e nello stesso tempo una prova inconfutabile è la constatazione che, la linea che unisce il Centro della Luna e quello del Mini Disco attraverso la tangente dell’Arco Solitario proprio nel Centro del Disco, deve avere per forza qualche altra grande rivelazione. E questa rivelazione appare nel momento quando si costata che essa taglie i due Archi Laterali in due parti quasi uguali (fig. 15).      
In questa ipostasi la linea diventa l’asse del Cielo, intersecando in assoluta maniera geometrica quattro delle cinque figure essenziali del Disco: il Mini Disco, la Luna e i due Archi Laterali. Tenendo conto che anche la quinta figura l’Arco Solitario è tangente a questa linea si può considerare che essa è la cardine di tutto il Disco di Nebra.

INTERPRETAZIONI

Dopo l’indiscutibile gioco delle relazioni matematico geometriche c’è da chiedersi che rappresenterebbero le figure incise, quanto il Disco stesso.
     La Semiluna. Iniziamo con lei perché la sua forma classica è inconfondibile per rappresentare la Luna. Con la crescita e decrescita delle fasi lunari simboliza l’energia che fluttua. La polarità dell’energia è ben suggerita anche dalla Semiluna Virtuale.
     Il Mini Disco. Contrariamente alla prima impressione il Mini Disco non rappresenta il sole ma la Terra. La prova Disco di Nebraè la Semiluna che ha la parte illuminata all’opposto. Nonostante tutto in alcune ipostasi esso può rappresentare anche il Sole. Nel Disco di Nebra che rappresenta una mappa stellare la Terra è vista dallo spazio cosmico.
     L’Arco Solitario.  A sorpresa esprime un nuovo tipo di energia ancora sconosciuta l’"energia annullare"* simile in qualche modo a quella che genera le orbite. La frantumazione di questi anelli porta alla nascita del mondo corpuscolare micro e macro, dall’atomo ai corpi celesti. I Cerchietti sparpagliati sul Disco appartenevano alla parte mancante di questo arco. Rappresenta simbolicamente anche il Sole. La parte concava simboliza la barca solare mentre rovesciato con la convessità in su l’Arco baleno.
     I Cerchietti. Essi rappresenterebbero i corpuscoli celesti naturali o artificiali come anche le stelle. Le sette stele riunite alluderebbe la costellazione delle Pleiadi ma anche alla costellazione di Orione, tutte due  situate sull’Asse del Cielo. Il Cerchio di Cerchietti attorno al Mini Disco cioè la Terra potrebbe essere un anello di corpi naturali o artificiali attorno alla Terra esistente 3600 anni fa. Quando in cambio il Mini Disco rappresenta il Sole allora quel Cerchio con tanti di Cerchietti potrebbe rappresentare i pianeti attorno al Sole.
     Il grande Disco. La parte più estesa, anzi la sua totalità è consacrata al Sole. Esso ingloba in maniera regale tutte le altre forme. Probabilmente da qui la Parola ABSOLUT ossia AB-SOLE UT (Ad) cioè “dal Sole e verso di Disco di Nebralui”. Per non essere ingombrante e lasciar spazio ad’altre realtà da raffiguranti sul Disco, il Sole si ristringe simbolicamente nel suo centro gravitazionale cioè al Centro dello stesso Disco.
In fine il Disco di Nebra rappresenterebbe una mappa celeste straordinaria che sorprende una combinazione di corpi celesti effettuata fuori della Terra. Le incredibili relazioni matematico geometriche contenute nel Disco ci fanno pensare se non a un’origine extraterrestre (in quanto conoscenze) allora di sicuro a una civiltà estremamente avanzata. Le antiche popolazioni del Danubio e dei Carpazi sembra detenessero alcune tracce di una remota civiltà fondente, base primigenia, di un’alta conoscenza con impliciti ed espliciti trati universali.

CONCLUSIONI 

   Le straordinarie virtù del Disco celeste di Nebra fin qui presentate sono evidenti e fuori discussione perché sono matematico geometriche. Esse lasciano intravedere una scienza impressionante che supera anni luce tutto quello che noi attribuiamo all’uomo del Neolitico. Accanto a barbarie primitive esisteva una segreta e misteriosa classe sacerdotale che manipolava conoscenze provenienti da sorgenti non individuabili.
La più contraddittoria caratteristica dei remoti tempi era il mescolamento d’incivili barbarie primitive con Disco di Nebrastraordinarie realizzazioni architettoniche piramidi, santuari megalitici, e conoscenze del cielo. Tutte queste richiedevano una sola cosa, il CALCOLO. Per realizzarlo era necessaria la geometria e la matematica.
Ho personalmente indizi e prove inconfutabili che molte migliaia di anni fa esisteva una visione geometrico matematica infinitamente superiore a quella di oggi, in base a quale gli antichi hanno scoperto dimensioni del mondo completamente inaccessibile a noi odierni. Al dilla della filiazione egizia ho prove indiscutibili che tali conoscenze venivano dalla costellazione di Orione la più geometrica combinazione stellare, e che il disco di Nebra era soltanto parte di una mappa stellare ancor più estesa che raffigurava il cuore stesso della costellazione di Orione e i suoi dintorni. (Questo con un’altra occasione).
In fine, la comunità scientifica dovrà dare attenzione a queste straordinarie relazioni matematico geometriche che possono aprire una nova visione e rappresentare una tecnica investigativa di straordinaria forza, che già personalmente ho concepito ed elaborato più di 20 anni fa sotto il nome di “Geometria Embrional Sintetica. Questa Geometria è soltanto uno dei tre pilastri, il tesoro più sacro, misterioso e profondo che il mondo antico remotissimo ha posseduto. Gli altri due sono: il “Sistema di Quantificare Universale o dell’Universo” e il “Codice Linguistico Ancestral Universale”. Per non perdersi questo grande tesoro gli antichi hanno costruito immensi santuari megalitici, piramidi e templi dove Disco di Nebrahanno inserito la loro conoscenza per trasmetterla ai posteri.
Il mito appositamente creato per la grande scienza depositata è quello della Sfinge che vigila accanto alle piramidi, esso stesso lontano ecco di un’altra Sfinge di volto identico che veglia in quei lontani Carpazi Danubiani luogo di comuni radici sappienziali. In quanto alla tanto discussa conoscenza “trismegistica” la risposta diventa chiara conoscendo la Geometria Embrionale, il Sistema di Quantificazione Universale e il Codice Linguistico Ancestral Universale. Al di fuori di questa triadica impostazione operativa la verità esce con difficoltà o non appare mai.
C’è poi da specificare che accanto alle impressionanti costruzioni megalitiche gli antichi hanno inciso la loro conoscenza anche nei oggetti più piccoli appunto come il Disco di Nebra. La quantità di questi oggetti sarebbe impressionante ma ugualmente impressionante è la nostra incapacità di decifrarle.

Il Disco di Nebra sarebbe soltanto in infime artefatto di una scienza straordinaria persa nella notte dei tempi. Fortunatamente ho scoperto più di una decina di simili manufatti che li ho analizzati nella stessa maniera detta “artematica” ed essi lasciano intravedere uno scenario complessivo da imbrividire. La conoscenza umana ha l’occasione di fare un salto Disco di Nebraqualitativo di copernicana memoria. Ed in fine la comunità scientifica dovrà vedere a quale configurazione planetaria corrisponde la combinazione incisa sulla mappa celeste del Disco di Nebra.

  Roma 04.03.2004
Rivisto 23.03.2011

Questo articolo è stato pubblicato sulle riviste:
"Migration & Diffusion" n°17, 2004 pag. 32-39
"ARCHEOMISTERI" n°17, 2004 pag. 50-58

Vasile Droj
Fondatore del Centro Universologico di Roma

www.universology.com email: vasidro@tiscali.it

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