LA MATERIA OSCURA DELL'UNIVERSO
LA BASE DELLE GALASSIE ANULARI
NUOVA VISIONE COSMOLOGICA
"Quel puntino in movimento
Come goccia della schiuma
è Padron senza confine
sui limiti del Mondo"
(M. Eminescu)
Negli anni '80 del secolo scorso il ricercatore Vasile Droj in base all’universalità del modello atomico dedusse che anche la configurazione galattica poteva appellare all’universale forma circolare e perciò dovevano esistere delle galassie circolari composte di un nucleo centrale e un anello di stelle contornanti. Nel 1992 il ricercatore sperimentò in laboratorio una straordinaria energia che sta all’origine di tutte le forme d’aggregazione incluse quelle galattiche, in cui il modello circolare era preponderante comprovando il modello iniziale. Dieci anni dopo nel 2002 il telescopio spaziale Hubble studiando gli “oggetti di Hoag” rilevò la loro forma circolare come galassia, ma non si ebbe l’intuizione e il coraggio di considerarla tale ma soltanto semplice risultato della collisione di due galassie, malgrado nelle vicinanze abbondassero delle altre simili. In base alle nuove evolute forme d’aggregazione sperimentate, l’universologo Vasile Droj allarga il discorso ad un’ulteriore nuova forma galattica “anulare” senza nucleo centrale e di sicuro corrispondente alla materia oscura che pervade l’Universo. Partendo da qui l’autore mette le basi di una nuova cosmologia nata da una differente impostazione derivata da nuovi modelli, calcoli ed esperimenti.
L'INTUIZIONE DEGLI ANTICHI.
Nel suo numero 27, la rivista Hera del Marzo 2000, nella rubrica “Scienza di ieri” pubblicava un interessante articolo intitolato “Gli Anelli di Potere e la luce curva” scritto da Vasile Droj. Nell’articolo in causa si trattava di una misteriosa fonte d’energia elettro, magneto, ottica, (o almeno questo era il suo supporto fisico), che usciva fuori da tutti i canoni di catalogazione delle forme di manifestazione. Questa strana d’energia ottenuta sperimentalmente dall’universologo Vasile Droj di Roma, fu catalogata di seguito in tutte le sue forme di manifestazione. Qualche anno dopo inviai un articolo sulle galassie circolari alla rivista astronomica Orione che fece un accenno alla mia scoperta (Fig. 1 e 2).
La forma preponderentemente circolare di questa misteriosa energia fu debellata in innumerevoli costruzioni dell’antichità remota, dai santuari circolari ai cerchi dei cromleh megalitici. Essa ci porta molto indietro nel tempoverso l’Atlantide il cui simbolo, almeno la sua capitale, era proprio espresso da tre cerchi concentrici. La domanda era, se questa energia circolare simbolo stesso d’Atlantide fu conosciuta ed utilizzata e se la distruzione di quella civiltà non fosse per caso l’improprio uso di tale terribile energia.
Ebbene, sono passati appena pochi mesi da quel momento della pubblicazione e quello che era soltanto un intuito comincia ad avverarsi. Le prove arrivano questa volta dalla profondità dello spazio cosmico dove sono state viste strane galassie circolari proprio come le arcaiche forme dei santuari megalitici. La loro forma totalmente differente dalle raffigurazioni galattiche conosciute imbarazza gli scienziati del cielo anche se migliaia di anni fa l’iconografia sumero babilonese già rappresentava la disposizione circolare di alcuni gruppi di stelle.
Nella cosmogonia dei vari popoli antichi la rappresentazione celeste del luogo degli Dei, traspare spesso come un cerchio di stelle concentriche chiamato Empireo. Sono antiche visioni, ma sarà un tempo e speriamo non tanto lontano quando ogni filosofia, mitologia o legenda anche particolare troverà la sua razionale spiegazione, quando la scienza non sarà né antica né moderna ma semplicemente Scienza anzi Conoscenza con maiuscola. Allora ogni cosa da sapere sarà al suo posto e in pace con se stessa e in contempo testimonierà in maniera armonica il suo luogo nel sistema cognitivo universale.
LA PAROLA ALLA SCIENZA.
Da quando il telescopio Hubble ha cominciato a scrutare le profondità dello spazio cosmico le sorprese non finiscono mai. Verso il confine dell’Universo, attorno ai 14 miliardi anni luce dove appena riesce arrivare l’occhiodi Hubble, le galassie sono così dense e vicine tra l’oro chesembrano un vero muro. L’Universo statico e meccanicista di qualche secolo fa si è subito animato da una luxuriante presenza esotica (di corpi celesti) che fa l’invidia ai più attrezzati giardini botanici e zoologici.
Le sorprese continueranno in progressione al perfezionamento dei mezzi di ricerca utilizzati. Si può affermare che la nostra conoscenza sulla complessità e la sottilità dell’Universo è in proporzione alla precisione dei nostri arnesi. Ma al di là di tutto ciò il massimo strumento che l’uomo ha alla sua disposizione è la ragione, e sarà sempre lei a spiegare e dare forma definitiva all’enorme massa d’informazioni che i mezzi tecnologici ci offrono. I due elementi di nature tanto diverse devono cooperare per arrivare ai risultati giusti.
L'ANELLO DI HOAG, L'ANELLO INCASTONATO NELLO SPAZIO CELESTE.
Hoag, o meglio Art Hoag, fu un astronomo che nel 1950 scoprì un ammasso di stelle a 600 milioni di anni luce distante dalla Terra nella costellazione del Serpente. Come i telescopi di quei tempi erano più rudimentali, l’immagini di quell’ammasso non lasciavano intravedere gran che finche di recente il telescopio Hubble scattò fotografie infinitamente più risolute che ci lasciarono di stucco. L’oggetto di Hoag diventava d’un colpo un immenso anello di stelle con una galassia incastonata al centro (fig. 3). Incredibile ma simili cose non si sono mai visti.
L’oggetto in causa ha un diametro di 120 mila anni luce non molto più della nostra galassia. L’anello è formato di stelle blu giovane mentre il nucleo é composto di stelle gialle più vecchie. Gli astrofisici affermano che l’anello si è formato dai resti di una galassia che passando in vicinanza 2 o 3 miliardi di anni fa, fu deviata dalla galassia centrale formando un arco. Con il tempo, l’attrazione gravitazionale della galassia centrale racchiuse l’arco formando un anello.
Fin qui la posizione ufficiale degli astronomi ed’astrofisici. Esiste però un’altra teoria molto più attraente secondo quale l’insolita formazione non sarebbe l’effetto di una collisione cosmica tra due galassie ma un nuovo tipo di galassia completamente sconosciuta appartenete ad un nuovo tipo le così dette galassie circolari o “orbitali” .Lo sostiene e lo dimostra lo studioso Vasile Droj di Roma.
LE GALASSIE ORBITALI.
Le ricerche teoriche di Vasile Droj iniziarono nei primi anni '80 generate dalla domanda: perché la materia stellare, ammassi, ma specialmente le galassie non possono assumere anche loro una distribuzione orbitale come la materia circoscritta nei sistemi solari? Egli immaginò e calcolò accanto alle conosciutissime forme galattiche vorticoidali e discoidali altre due tipi completamente differenti: le galassie “orbitali” e le galassie “anulari”.
Le galassie “orbitali” chiamate così perché rappresentate di un centro attorno al quale orbitano stelle in un cerchio, come l’orbita degli asteroidi attorno al Sole simile a quel visto nel caso della galassia circolare di Hoag nella fig. 1. Queste galassie sono molto differenti da quelle vorticoidali e discoidali (che sono compatte), per il fatto che sono composte da due parti separate e distinte che non comunicano tra loro, il nucleo e il cerchio, ma che insieme creano un sistema, in questo gaso, galattico.
Le galassie circolari “anulari” in relazione a quelle “orbitali” non hanno centro essendo costituite soltanto da un anello circolare. Esse sono più rare e misteriose rappresentando uno stato differente dell’energia e della materia nell’Universo. Possibilmente che gran parte della materia oscura è composta da questa nuova forma di manifestazione.
Le idee sopra elencate costituirono alcune delle premesse teoriche espresse e formulate da Vasile Droj già dagli anni “80, finche nel 1994 successe una cosa straordinaria, lo stesso Vasile Droj riuscì per la prima volta produrre sperimentalmente in laboratorio lo “stato vorticale primitivo” che sta all’origine della formazione delle galassie. Egli riuscì a superare lo stato caotico dei campi vorticeali turbolenti almeno in campo ottico- elettrodinamico-magnetico, creando lo stato speciale di “buco nero” anzi “buco bianco” in quanto espellente. Questo gli permise di ottenere archetipi dinamici sublimi che stano all’origine di tutte le forme d’aggregazione presenti nell’Universo e risonante alle stesse leggi che la governano. Vasile Droj filmò, fotografò e poi catalogò tutti i processi di passaggio e le forme archetipale assolute che ne derivavano. Ecco alcune di loro.
Nella (fig. 4) e visibile la forma vorticeale primitiva che sta alla base delle galassie come la nostra. Nel centro del vortice sperimentale ottenuto da Vasile Droj ce un buco bianco espellente di energia e materia mentre nelle galassie reali ce un buco nero che inghiotte materia ed energia. Il processo è identico cambia soltanto il senso.
Nella (fig. 5) si vede una forma archetipica “orbitale” ottenuta dallo stesso ricercatore che è molto simile a quella fatta da Hubble sull’oggetto di Hoag, ossia della galassia orbitale. E’ ben visibile la somiglianza di quell’ottenuta in laboratorio e quell’esistente già da miliardi di anni nella profondità dell’Universo.
Le galassie orbitali non sarebbero poi tanto singolari nell’Universo. Essendo più sottili sono difficilmente da individuare. In alcune parti dello spazio possono addirittura prevalere. D'altronde nella stessa fotografia pressa da Hubble addirittura all’interno del cerchio di stele, sopra il nucleo è visibile un’altra galassia tipa orbitale (fig. 6). Se, in uno spazio così ristretto si trovano già due galassie orbitali immaginatevi in tutto l’Universo quante potrebbero esistere. Le galassie orbitali fanno il passaggio da quelle vorticeali classiche come la nostra a quelle anulari o pur circolari.
LE GALASSIE CIRCOLARI O ANULARI E LA LUCE CURVA.
L’ultima categoria quella delle galassie pur circolari (fig. 7) senza centro chiamate anche anulari è molto strana ed antitetica alle attuali tipo vortice e discoidali, se non anche a quelle orbitali. Motivo? Corrispondono ad altri principi e leggi della natura se non proprio ad un’altra natura. In un “sistema anulare” la materia fugge verso la periferia finendo in un corridoio circolare e la gravità del nucleo centrale diventa antigravità disintegrandolo. Ecco perché questo tipo di aggregazione, anzi “contro aggregazione” non ha centro.
In tale situazione cambiano tutti i connotati energo, spazio, temporali. La materia passa in un altro stato d’esistenza, quasi un’antimateria. Non si tratta della classica antimateria da noi conosciuta ma di un terzo tipo di antimateria: “circolare” o “anulare”. Poi non è escluso che l’antimateria normale ottenuta nei grandi acceleratori di particelle subisca anch’essa questo effetto causato dalla forma circolare degli acceleratori. In qualunque modo gli esperimenti di collisioni interatomiche del Acceleratore di particelle di Ginevra peccano dell’alterazione angolare imposta alle particelle a causa della circolarità dell’acceleratore (27 km.) che alla velocità della luce aumenta l’aberrazione.
I sistemi galattici circolari sarebbero invisibili e potrebbero costituire gran parte della materia oscura del cosmo individuabile come effetto ma non visibile. La cosa più impressionante in questo stato d’esistenza della materia e dell’energia sarebbe la manifestazione circolare dei campi dove addirittura la luce stesa diventerebbe curva. La potenza di un tale “sistema” sarebbe impressionante, un solo grado di curvura della luce impiegherebbe energie gigantesche che disintegrerebbero la Terra in un attimo. Immaginatevi che la gigantesca massa del Sole milioni volte più grande della Terra appena riesce a curvare un raggio di luce di qualche grado.
VERSO UNA NUOVA COSMOGENESI, ANZI UNIVERSOGENESI.
La presenza di due galassie orbitali nella stessa inquadratura, che fece l’occhio del telescopio Hubble, è una prova evidente che non si tratta di una collisione casuale tra due galassie ma d’archetipi universali assoluti. In poche parole ci troviamo davanti a nuove forme sconosciute d’aggregazione galattica: una, l’aggregazione galattica orbitale e l’altra aggregazione galattica anulare.
Questa teoria è provata anche dagli esperimenti di laboratorio che l’universologo Vasile Droj effettuò e in quali sperimentò tutte le forme archetipali universali di possibile aggregazione. E bene le nuove galassie appartengono non soltanto ad una qualunque anche se ben definita forma, ma addirittura all’una delle tre più universali in assoluto.
Se questa linea si avvera come gli esperimenti lo dimostrano allora ci troviamo davanti ad una grande rivoluzione non tanto per la presenza di nuove forme d’aggregazione della materia quanto per la presenza di nuove leggi della natura completamente sconosciute. Da qui in poi si dovrebbe pensare ad una nuova impostazione non tanto cosmologica quanto universologica.
Vasile Droj studiando analogicamente il processo della formazione e distruzione dei Vorticoidi e Universaloidi è arrivato ad uno scenario sorprendente. Le galassie spirali tipo vortice sono turbolenti meno equilibrate diventando dei veri aspiratori di corpi celesti che a man a mano attraverso i bracci delle spirali aspirano tutta la materia periferica nel buco nero centrale come i vortici sulla superficie dell’acqua.
Nello stesso modo attraverso la gravità, i corpi celesti come i satelliti, i pianeti e le stelle attraggono la materia dispersa nello spazio, purificandolo. Il movimento gravitazionale amplificato da quello rotazionale serve a portare la spazzatura materiale prima sui corpi planetari poi su quelli stellari che a loro volta entrati nel movimento rotazionale delle galassie finiranno nel buco nero situato al centro del vortice galattico. Un vero aspira polvere cosmica.
Ricapitolando: ancor prima, le comete e gli asteroidi attirano piccoli corpuscoli materiali che a loro volta sono attratti dai satelliti e pianeti. I sistemi solari a loro volta sono attratti dalle galassie ed inglobati che a man mano finiscono nei buchi neri delle galassie. Questo è il primo grado di pulizia vortico gravitazionale. Quando, i vortici galattici sono equilibrati possono passare in una fase superiore di galassie orbitali con lunga vita d’esistenza. Su queste galassie l’evoluzione è accelerata e non esiste involuzione. Esse rappresenterebbero lo stato stazionario.
Quando l’evoluzione e l’equilibrio crescono si creano nuove orbite attorno al nucleo centrale delle galassie orbitali, avvolte fino a 9 o 10 orbite. Queste sono le galassie di massima evoluzione. Se la procedura di realizzazione degli universaloidi è corretta fra poco altri telescopi più potenti di Hubble, troveranno galassie orbitali multiple con 2, 3, ossia 4 aneli concentrici come l’Universaloide della (fig. 8). Per le galassie anulari c'è ancora molto da aspettare perché completamente invisibili. In esse anche gli atomi sono anulari senza nucleo, pur energetici. Addirittura le radiazioni di questa materia sarebbero circolari e perciò invisibili, perché girando soltanto a se stesse non arrivano dalle nostre parti e perciò non vediamo niente.
In conclusione il Cosmo sarebbe come un fegato di un grande organismo, l’Universo appunto, che purificando il sangue (l’ethere spaziale) galattico e intergalattico fa funzionare il Corpo. Nella (fig. 9) è visibile l’evoluzione delle galassie.
LE GALASSIE ORBITALI E ANULARI. L'EMPIREO DEGLI DEI.
Gran parte delle mitologie antiche afferma che gli dei hanno una residenza terrestre ed una celeste. Nell’Olimpo terrestre si comportavano non molto differente dagli uomini però nell’Olimpo celeste detto anche Empireo erano nella loro massima espressione. L’empireo era di là dal settimo cielo circolare simbolizzato dal cerchio di stelle celeste.
Tutto questo ci porta verso un “luogo” dove la circolarità è la caratteristica essenziale. Nella (Fig. 10) come visibile l’impero dell’Empireo era rappresentato tramite i cerchi concentrici. Un “codice linguistico ancestral universale” scoperto ed utilizzato dallo stesso Vasile Droj ci fa vedere che la parola Empireo è codificata e che la sua corretta forma sarebbe Enpireo scomponibile in EN-PIR-EO dove EN sarebbe In ossia In-teriore, PIR è PI greco, e R è il Raggio mentre O finale è il Cerchio.
Molto interessante è il gruppo “PIR” cioè il Pi greco 3,14159265358…e il Raggio che insieme danno la formula del Cerchio. Se teniamo conto che in antichità il segno della santità e della spiritualità era il Cerchio attorno alla testa come ai santi e che la parola PER-FEZIONE contiene il gruppo “PIR” allora la conclusione è chiara. La domanda d’ufficio sarebbe soltanto una: quell’energia circolare, orbitale, specialmente anulare che finora e conducibile allo Spirito, sarebbe adatto anche alle galassie circolari? Gli esseri superiori, gli Dei che hanno marcato la civiltà terrestre vengono dallo spazio di quelle galassie o almeno quel genere di realtà? Oppure tutto è più semplice ma nello stesso tempo infinitamente più complesso perché lo spazio circolare anulare risiederebbe proprio nel nostro Cervello. La forma latina più antica di quella detta coelum (cielo) è quella detta cerum rimasta ancora nella lingua romena come “cer” cioè cielo. Da qui poi Cervello e Cerebrale. E da qui ancora il Cerchio, il luogo geometrico della Perfezione. CERvello, CERebrale, CERum(cielo) e CERchio sono una e la stessa cosa – l’Empireo Celeste (Interiore). Sicuramente la caratteristica essenziale della radice “CR” é il tempo nella sua vecchia forma di Kronos.
Qui si cella una “matematica semantica” d’eccezione derivante dalla “Lingua degli Dei” che ad’avanzatissime frange d’iniziati permettevano l’accesso a delle conoscenze e pratiche capaci di ravvicinarli all’Immortalità, appannaggio degli Dei. Questa ristretta frangia è quella rappresentata dai cosiddetti “semidei” emersi dal regno dei mortali umani. Ma questo è soltanto un assaggio ad aspetti superiori che saranno esposti ulteriormente.
In fine: la straordinaria scoperta fatta dall’universologo Vasile Droj sui “puntini” d’energia che fanno nascere in laboratorio le microgalassie che poi li troviamo a macro scala nello spazio celeste come galassie circolari o anulari, furono da lui previste molto prima che fossero scoperte dalla scienza. Infine, il fatto che egli trovò il sottile passaggio matematico semantico che una volta era l’oggetto della ricerca spirituale, un “Graal” tutt’altro che metaforico non è da poco. Se pensiamo poi che in tal modo siamo alla soglia della nascita di una nuova cosmogenesi anzi Universogenesi che ci porta all’individuazione di nuove forme d’aggregazione della materia e dell’energia. ebbene, allora il quadro è completo.
Roma 20.10.2002
Intervento 23.01.2011
Vasile Droj
Fondatore del Centro Universologico di Roma
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