Il "pi greco" è una costante numerica universale assoluta con miliardi e miliardi di decimali (che tendono all’infinito) che si possono calcolare ma di cui ordine e distribuzione non si sa nulla. Il primo zero, fra i decimali, compare soltanto alla trentaduesima posizione. Gia nell’antichità il pi greco venne ottenuto dal rapporto tra due numeri interi come 22/7 o 355/113.Nel 1985 riuscì a far breccia nell’"edificio" del pi greco con una operazione aritmetica diretta lo ottenni dal rapporto tra due numeri formati interamente dalle cifre 1 e 0. In altri termini si è trattato di "sfilare" il trascendente pi greco come il filo di una calza.
La scoperta fu pubblicata recentemente su “il Giornale” il 11 aprile 2007 (Fig. 1) ma ebbe l’inizio nel lontano 1985 quando lo presentai all’Associazione Nazionale degli Uomini di Scienza di Romania (Fig. 2), all’Accademia di Romania a Bucarest e al Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia. Grazie a questa operazione ho realizzato un record finora insuperato: ottenere il pi greco con una precisione di centesimi di milionesimi dei suoi decimali, la più alta in assoluto ottenuta attraverso operazioni dirette. A causa delle difficoltà di calcolo mi sono fermato a un miliardesimo di valore decimale. Ma menti e mezzi più potenti potranno arrivare a sgombrare l’intero edificio del pi greco dimostrando che questa costante numerica sarebbe il "codice a barre dell’Universo" che consentirebbe tutte le transizioni fenomenali e causali così come noi, con il nostro codice a barre effettuiamo le nostre transazioni commerciale.
Questo avrebbe implicazioni straordinarie, dimostrando che lo spazio sarebbe quantificabile con delle griglie, sempre più piccole ed infinitesimale, un genere di "ministringhe" che tiene ben consolidato il nostro mondo. Leimplicazioni sarebbero anche di natura cosmologica e, di più, filosofica, perché il pi greco, prima di essere il rapporto fra la circonferenza e il diametro di un cerchio, è il rapporto fra qualunque linea curva chiusa e qualunque linea retta che la interseca. E l’Universo è il rapporto tra un infinità di linee curve e rette. La linea retta rappresenta la radianza mentre la linea curva esprime il campo. Le radiazioni sono rette in quanto emanazioni mentre il campo (gravitazionale o magnetico) è curvo.
Ed ecco in fine la famosa equazione: 100111010000011.. diviso per 11,1111100111.. alla undicesima potenza = 3,14159267…Il rapporto è a cascata. Il risultato si ottiene premendo il tasto "uguale" della calcolatrice per 11 volte.Stranamente ma anche questa potenza (11) è fatta da 1 e 1. Per ottenere un pi greco più pulito basta trovare la giusta combinazione nella sequenza fra gli "1" e gli "0". Questo "arrangiamento" numerico avvicina il pi greco al codice a barre (Fig. 3). Se la lettera p nel pi greco suggerisce la parte di un cerchio sezionato da un diametro, la lettera pi (π) nell’alfabeto greco è rappresentata da due linee verticale sotto una orizzontale. Un’allusione alle cifre 1 e alle bare del codice?
I megaliti di Stonehenge costituiti da due pietre verticali sovrastate da un’altra pietra orizzontale sarebbero una reminiscenza dello stesso pi greco? Tanto più che il santuario di Stonehenge è circolare ed era chiamato "il calcolatore di pietra dell’antichità". Inoltre in natura non tutte le linee curve sono perfetti cerchi bensì sono ovoidale, e perciò il loro rapporto con la linea retta dà un pi greco alterato non “immortale” come quello classico, ma di corta durata e precisione secondo il ciclo naturale del fenomeno in causa. Nel mondo degli atomi e dei sistemi stellari i cerchi hanno un pi greco più perfetto e durano di più anche miliardi d’anni mentre in natura, attorno a noi i movimenti sono imperfetti e durano poco.
Il pi greco quando si manifesta in natura, "usa" alcune margini di tolleranza o di minima efficienza: in tali circostanze "usa" un numero limitato di decimali perché non necessaria la massima precisione. Esempi evidenti di ciò sono i fenomeni ondulatori o plasmatici (come i fulmini globulari), quando il sistema trovando il suo equilibrio, oscilla tra quei limiti di tolleranza. Anche il campo biologico, che comprende pure la mente dell’uomo, la vita in generale, usano questo "trucco".
Il pi greco perfetto con i suoi miliardi di miliardi di decimali, nell’etere esprimerebbe la perfezione, e di sicuro civiltà aliene molto avanzate lo studierebbero da migliaia se non milioni d’anni senza trovare la fine dei suoi decimali. E questo è niente, se pensiamo non al pi greco di una circonferenza ma a quello di una sfera: il "pi greco sferico".
Che tra il pi greco e la perfezione ci sia uno stretto collegamento non c’è dubbio, dal momento che la parola PER-FEC-TIONE contiene proprio la formula PER ossia pi e R (dove il pi è il pi greco = 3,1415926.. e R è il Raggio), presente nelle formule 2piR (circonferenza) e piR2 (superficie), che sono ambedue formule del cerchio. PER-FEC-CTIONE vuol dire semplicemente “per fare un’azione” in conformità al PiR, cioè perfetta.
In conclusione dietro pi greco sta qualcosa di straordinario che l’uomo non può modificare in nessun modo in quanto appartenente ad enti matematici trascendenti. L’ordine immutabile dei suoi decimali che frizzano l’infinito, esprime la distribuzione infinitesimale dei più piccoli componenti di questo mondo, per alcuni la costante d’azione o costante h di Planck, per altri le stringhe e ministringhe. Così ben tessuta con le decimali di pi greco è la fenditura di questo mondo che nulla la traversa se non attraverso la proprio morte. Per questo pi greco è la Grande Porta tra i Mondi. E come a Stonehenge ogni porta per entrare ed uscire è fatta da due lati verticali ed uno orizzontale sopra, proprio come il simbolo π del pi greco. In un codice linguistico ancestral universale da me scoperto negli stessi anni 1984, la parola PORTA codifica perfettamente il pi greco: P-ORTA –› P(=pi), ORTA (=ORTHO) con prospettive decodificanti impressionanti. Dettagli di tutto ciò sono presenti nell’Universologia la scienza dell’Universale e dell’Universo.
Il tentativo iniziato per ottenere il pi greco “a barre” o “spaziale”, dovrebbe essere continuato. Il presente articolo è un invito a qualunque ricercatore interessato di approfondire la ricerca iniziata.
Roma 15.03.2007
Rivisto 10.01.2011
Vasile Droj
Fondatore del Centro Universologico di Roma
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