Sparpagliati nel grande spazio tempo dell’Universo come un granello di sabbia, il nostro pianeta si perde tra miliardi e miliardi di altrettanti pianeti. Volendo o non volendo seguiamo la nostra evoluzione qualunque giro facciamo. Per le grandi Entità che hanno creato l’Universo, non importa quello che è caro a noi; l’industria e l’economia, ma l’evoluzione umana. Per loro è più importante un pidocchio o un filo d’erba dalle cui cellule si può continuare l’Evoluzione, che tutti i tre cento anni di rivoluzione industriale e tecnologica da noi compiuti.
Le grandi Entità che sorvegliano la Terra hanno dato un termine ultimo all’Umanità che scade fra qualche anno. Il Coronavirus potrebbe essere un primo avvertimento. In sostanza il primo termine era scaduto agli inizi degli anni ’80, più preciso maggio 1984, quando “qualcuno” ha trovato le prime soluzioni e così il secondo termine è stato rimandato per la fine del secondo Millennio, l’anno 2000, quando di nuovo è stato rimandato poiché con la mancata punta d’oro sulla piramide di Cheope, sempre quel qualcuno, si era impegnato a rivelare i segreti eterni dei tre monumenti di Giza e l’estensione del “progetto piramidale multi millenario” (5).
La volta celeste sarebbe un libro aperto, una tavolozza per insegnarci la grande Conoscenza, attraverso l’Astrogeometria e l’Astrosophia, (geometria e sapienza nascosta tre le stelle), qualcosa che la scienza ancora non conosce. Secondo l’autore le stelle sulla volta celeste non sarebbero disposte a caso ma in formule ed equazioni matematiche geometriche per essere decifrate dagli uomini per l’Esame Finale. Gli egiziani hanno saputo questo e da ogni costellazione e gruppo di stelle hanno estratto equazioni vincenti crittandole poi nelle piramidi o complessi piramidali. Questo era soltanto una parte del “Super Progetto Planetario” iniziato nell’Antichità con gli egizi ed altri che dovevano trovare almeno le equazioni misteriose delle 12 costellazioni zodiacali. Hanno trovato tra l’altro la “L’equazione di Orione” traducendola a Giza nel complesso architettonico: Cheope, Chefren e Micerino, Sfinge e una delle piramidi satellite.
Ecco ora i pezzi del grande “Puzzle” da rifare per passare il Grande Esame Finale:
-L’Astrogeometria e l’Astrosofia –
- Il “Sistema di Quantificazione dell’Universo”
- La “Geometria Embrional Sintetica”
- Il “Codice Linguistico Ancestral Universale”
- “Universaloidi”
- Il Segreto delle Piramidi
- L’’Uovo Cosmico”
- Il D.N.A. della Conoscenza
- Spiritologia
L’Astrogeometria e L’Astrosophia dimostrano che la distribuzione delle stelle sulla volta celeste, è matematizzata e geometrizzata, presentandosi come una vera tavolozza di scuola. Civiltà extraterrestre estremamente avanzate avrebbero disposto le stelle per configurare equazioni che l’Umanità doveva risolvere. Perciò sarà per forza un Esame Finale per la nostra civiltà umana.
Il Sistema di Quantificazione dell’Universo, secondo quale tutto l’Universo è perfettamente misurato e ordinato da un'unica Regia iscritta in un Unico Registro. Lo S.Q.U. fu inciso per tramandarli ai posteri nelle tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. D'altronde dai tempi memoriali gli uomini eressero colossali costruzioni depositando dentro sistemi di calcolo e progettazione sistemica in base ai più sublimi linguaggi universali.
Il Codice linguistico Ancestral Universale ossia la lingua degli Dei, almeno quella pre babelica, nella quale è condensata l’intera Conoscenza. Questo Codice sta alla base del codice genetico umano nonché nel Codice della Conoscenza.
Gli Universaloidi sono le più universali formule e forme di aggregazione dalla Materia all’Energia fino all’Informazione, compresa la Conoscenza e il Pensiero più profondo. La scienza dell’aggregazione universale è vitale oggi nell’era della disgregazione e confusione. I cerchi nel grano sarebbero soltanto un assaggio per istruirci nell’apprendimento degli Universaloidi e della “geometria embrional sintetica”, due discipline universali senza di quali l’Universo rimane chiuso per noi.
Il Segreto ultimo delle Piramidi. Senza la scoperta del segreto delle piramidi, l’Umanità non potrà realizzare il salto quantico vitale nell’acquisto della Super Conoscenza e del Superenergia tanto necessarie alla salvezza planetaria. L’ironia della sorte è che il segreto ultimo delle piramidi di Cheope Chefren e Micerino fu trovato già il 25 Aprile 1984 a Bucarest secondo un documento ufficiale comprovante.
L’Uovo Cosmico è espressione suprema e assoluta di qualunque esistenza e manifestazione nell’Universo. Dall’Uovo cosmico emergono tutte le verità e realtà possibile e niente non è all’infuori di lui. L’Uovo Cosmico fu scoperto prima della Piramide di Cheope qualche, anno prima.
Il D.N.A. della Super Conoscenza. Molto al di à del sapere odierno esiste una Conoscenza trascendente, assoluta e universale perfettamente codificata e molto più strutturata persino del codice genetico. Il D.N.A. della Conoscenza è ancorato oltre tutti i nostri massimi sistemi. Con il D.N.A. della Super Conoscenza si può modificare il D.N.A. umano rimodellandolo a propria volontà
Spiritologia. Il genere umano sul percorso del tempo è stato disconnesso dalla funzione superiore dello Spirito (Sp) essendo connesso alla funzione inferiore della Psiche (Ps). Occorre riparare questo corto circuito esecutando il protocollo di conversione “Ps à Sp” ossia la “sublimazione della Psiche nello Spirito”. Le procedure sono ben descritte nella Spiritologia (www.spiritology.it)
CHE E’ DA FARE?
Semplice! Riportare le cose all’Origine. Per i nostri tempi sarebbero da realizzare altre 12 grandi fatiche (imprese) che soltanto un Nuovo Ercole, (Eracle), potrebbe compiere. In altri termini, occorre un Super Genio. Non servono 1000 geni particolari, basta un Super Genio Universale per risolvere tutti problemi. Questa “idea” è gemellata a quella degli “Semidei”, come Hermes il Messaggero che faceva da tramite tra uomini e Dei (o extraterrestri chi che sia fossero) apportando le soluzioni. Oggi l’inesistenza o la non conoscenza dell’’istituzione dei Semidei” rappresenta l’Anello mancante che non ci permette comunicare con gli Dei. Ecco allora quello che ci occorre al più presto. Se Hermes il messaggero degli Dei aveva ali ai piedi persino all’elmetto, allora le ali di Pegaso, cavalo alato, alludono a un super mezzo volante, come una nave. Interessante che il cavalo di corsa in romeno si chiama harmasar e secondo le antiche leggende era cibato di fuoco e volava persino tra le stelle.
L’ASTROGEOMETRIA OPERANTE NELLA COSTELLAZIONE PEGASO
Ora al lavoro. Abbordiamo l’Astrogeometria. Per meglio identificare le stelle sulla volta celeste, gli antichi hanno raggruppato le stelle in figurazioni secondo la loro luminescenza, chiamandoli costellazioni. Per identificarle e ricordarle meglio hanno tracciato tra le stelle linee rette immaginare, ma reale sulle mappe stellari, stabilendo le 12 costellazioni zodiacali e molte altre per coprire l’intera volta celeste. Tra queste spicca la costellazione Pegaso, molto interessante. Intorno a 1998 l’universologo Vasile Droj studiò le grandi costellazioni trovando geometrie impressionanti inaspettate al loro interno. Nominò tutto ciò Astrogeometria che sboccerà poi nella complessa Astrosophia (la saggezza della distribuzione logica).
ASTROSOPHYA - LA SUPER SAPIENZA NASCOSTA TRA LE STELLE
Le straordinarie geometrie e relazioni matematiche esistenti tra le stelle spinsero l’universologo Vasile Droj a intuire dietro le relazioni geometriche direte, l’esistenza di straordinarie costruzioni logiche, dove le stelle sono dei mattoni ossia gli termini x, y, z, di vere equazioni stellari. In questo caso l“Equazione Pegaso”. Niente non è a caso nella costellazione ed è ben evidente l’esistenza di una regia occulta che gioca con le stelle come i birilli, disponendole dove vuole. Sull’esistenza di civiltà extraterrestre l’Umanità conosce poco, se no le peripezie degli extraterrestri del condominio terrestre e del giardino interplanetario mentre ci sono civiltà inimmaginabili che creano stelle disponendole a piacimento, secondo formule matematiche per aiutare l’evoluzione degli esseri involuti. La presenza di corpi artificiali enormi come il pianeta Giove nella vicinanza del nostro Sole è già un passo avanti a capire la grandezza di alcune superciviltà galattiche. In comparazione cento anni fa, noi né anche sapevamo che la Via Lattea è una galassia e oggi già abbiamo fatto la mappatura di miliardi di Galassie inquadrando tutto l’universo visibile. Immaginatevi chi evolve da milioni e miliardi di anni dove è arrivato. Con tutto questo handicap, con l’Astrosophya possiamo capire la ragione della distribuzione stellare e galattica (48), (49). Ci aiuterà in questa impresa la visione dell’autore sulle 25 potenze della velocità della luce (3) che rilevano altrettanti universi, più precisamente, cosmi.
COSTELLAZIONE PEGASO- EQUAZIONE MATEMATICO GEOMETRICA
Studiando la costellazione di Pegaso, l’universologo Vasile Droj se ne accorse che sono state prese in considerazione troppe stelle specialmente quelle che rappresentano i piedi del cavalo allato, mentre quello che è importante sta in una zona apparentemente scarsa di astri. Tutto partì dalla sorprendente osservazione che alcune distanze tra le stelle erano tropo uguali, quasi perfette per essere casuali. L’universologo si mise a compararle, riunendole, e quello che usci fuori non ha niente di uguale negli ultimi almeno 4.000 anni. Gli astri della costellazione Pegaso compongono un “edificio stellare” impressionante assolutamente logico composto di innumerevoli relazioni matematico geometriche armoniose, tutte racchiuse in un'unica equazione.
Ecco ora i primi passi che portarono alla magnifica scoperta. Le distanze tra le due stelle superiori Alpheratz e Scheat sono uguali alle altre tre distanze stellari oblique sottostanti: Algenib – Matar, Scheat – Baham e Matar – Baham (fig. 1). Come mai questa uguaglianza? Di sicuro dovrebbe fare parte di una costruzione logico matematico geometrica più grande.
Ci sono poi altre quattro stelle chiave che aiutano ricostruire lo straordinario Edificio Stellare di Pegaso (fig. 2); Una si trova nella prolunga a destra della linea superiore del quadrato di Pegaso, è la stella Biham. Le altre tre sono vicine alle stelle madri Matar, Sabaldari e Alpheratz presentandosi come dei satelliti meno luminosi. Le tre più importanti si trovano fuori, destra del quadrato, poiché là si concentrerà la nuova costruzione stellare che svelerà addirittura la Piramide di Cheope.
L’equo distanziamento tra gli astri della costellazione di Pegaso si realizza anche tra le stelle Alpheratz – Secheat, Algenib – Sabaldari, e Sabaldari – Baham, ossia i rispettivi Segmenti S1, S2, S3, che sono uguali tra loro come nella (figura 3). E sorprendente osservare tante distanze uguali lassù nel cielo tra le stelle dove secondo la nostra scienza astronomica non dovrebbe esistere altro che una ripartizione casuale, poeticamente: "una spruzzatura di stelle a casaccio".
Nell’angolo-triangolo scaleno fatto dai segmenti S2 e S3, la stella di punta Sabaldari è appositamente piazzata là per far sì che una linea retta passando attraverso lei riunisca la stella Markab con Matar. Questo tracciato serve a svelare l’apparizione di un altro triangolo scaleno identico ma più grande (fig. 4) con la punta nella stella Scheat. Il segmento S4 si ottiene prolungando il tracciato partito dalla stella Matar che attraversa la Scheat prolungandosi fino all’intersezione con la linea basale generata dalle stelle Baham e Algenib.
I segmenti S4 e S5 sono anche loro uguali.
Ora il mistero s’infittisce poiché lo sviluppo di nuovi triangoli uguali continua e sarà la logica inerente nella costellazione di Pegaso a trovarli. Così portando una linea retta dalla stella Matar verso un'altra stella della costellazione si ottiene un tracciato parallelo che porta a un altro triangolo scaleno ancor più grande come nella figura 5. Sorprende anche qui il fatto che le due proiezioni sono uguali in estensione.
Molto interessante è che le rispettive altezze S1 e S2 leggermente inclinate diventano dei veri moduli che poi si ripetono nella lunghezza dei rispettivi lati. Così S1 è contenuto due volte (2 x S1) nel triangolo grande mentre l’altezza S2 è contenuta tre volte (3 x S2) nella base del triangolo. Da ritenere che i due triangoli sono praticamente due piramidi mentre le loro due altezze sono gli spigoli visti da davanti. Le due piramidi sono leggermente inclinate e l’angolo tra S1 e S2 è lo stesso che esprime il quadrato della costellazione di Pegaso. Qui abbiamo da fare con costruzioni geometriche eccezionali che inviano a un altro genere di geometria, almeno nell’impostazione, indirizzandoci verso le piramidi per svelare il loro segreto.
LA PIRAMIDE CHEOPE INCIFRATA NELLA COSTELLAZIONE PEGASO
Ritorniamo in dietro alla semplicità iniziale nella scomposizione e ricostruzione geometrica. Tutti i segmenti della composizione della costellazione Pegaso hanno misure armoniche diventando dei veri moduli. Anche la distanza S1 tra la stella Markab e Sabaldari nella figura 6, sarà riproducibile due volte tra la linea basale Markab – Baham. Altrettanto due volte il segmento S1 si ripeterà nella diagonale (S1 + S2) del quadrato della costellazione. E’ veramente impressionante questa precisione geometrica. Gli Autori Stellari volevano attirarci l’attenzione in questa zona poiché dietro è nascosto il segreto della più famosa piramide della Terra.
Tra le stelle della costellazione esiste una di eccezionale importanza che non è ben pressa in considerazione. Alla rispettiva stella si arriva prolungando la linea superiore del rettangolo della costellazione Sirrah – Scheat arrivando a Biham (fig. 7).
I due segmenti obliqui sono perfettamente uguali avendo la base perpendicolare. Sembra una piramide visto dall’alto. Interessantissimo il fatto che la diagonale del quadrato è perfettamente parallela alla linea spigolo del triangolo-piramide.
Interessante poi che il segmento derivato dalla prolunga tra stella Scheat e la nuova stella Biham, la punta del triangolo, è proprio l’altezza del Triangolo. Tante fattezze indicano che ci troviamo in un luogo molto speciale. Rimane soltanto di trovare i gradi basali de triangolo.
Una volta trovati si costata che nei due angoli della base ci sono 52° e nel vertice 76° come nella figura 8. Questi sono niente meno che i parametri della piramide di Cheope, in Egitto. Come mai? Gli antichi egizi hanno già immortalato le tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino sulla piana di Giza come controparte delle tre stelle della cintura di Orione (7) , (15) , (50) , (53).
E anche nella costellazione di Orione si trovano un bel quadrato e una piramide identica a quella di Cheope.
Riguardante il fenomeno dei segmenti uguali anche in questo caso abbiamo due segmenti uguali lunghissimi S1 e S2. S1 è la base di tutta la costellazione mentre l’obliquo S2 parte dall’ultima stella a sinistra in alto e finisce proprio sulla base della perpendicolare della piramide. Come mai?
Tutte queste relazioni matematico geometriche nascondono straordinarie misure e rapporti reali che esistono nella piramide di Cheope come si vedrà nel prossimo articolo. L’universologo Vasile Droj dimostra che grazie a queste relazioni la piramide di Cheope è praticamente radiografata e scannerizzata.
L’archetipo piramidale Cheope appare anche in altre versioni come nella figura 9 dove si chiariscono alcune relazioni interessanti. Così se prolunghiamo due linee rette dalle stelle Scheat e Matar (angolo superiore destro del Rettangolo della costellazione) attraverso le stelle di Sabaldari e quella piccola vicino a Matar, esse s’incroceranno perfettamente in un punto sulla linea verticale dell’altezza piramidale. Questo punto è situato proprio all’altezza, dove è collocata la Camera della Regina nella piramide di Cheope. Non solo le due linee tracciate permettono la costruzione di due segmenti S1 = S2 e S3 = S4 perfettamente uguali che sono nello stesso tempo i lati di triangoli scaleni sulla bisecante.
Il luogo detto Camera della Regina emerge anche da altre relazioni logiche come nella figura 10, dove la linea basale obliqua passa anch’essa unendosi nello stesso luogo con una parallela alla base della piramide che corrisponderebbe all’altezza dell’entrata nella piramide. Sono visibili poi altre relazioni matematico geometriche rilevanti come la base della piramide L1 che è uguale alla restante differenza L2, ossia S1 = S2.
Interessante il fatto che 3S attraversa il lato del quadrato, proprio nel punto di passaggio della linea che parte dalla punta della piramide e finisce nell’angolo basso destro del rettangolo. Altretanto interessante è la linea che partendo dall’angolo superiore destra del rettangolo (stella Scheat) e passando per la stella Sbaldari attraversa nello stesso punto l’intersezione dell’altezza piramidale e la S3 nel famoso punto chiamato la Camera della Regina. Tutte queste interrelazioni lasciano intravedere dati sconosciuti sulla piramide di Cheope che pressi in considerazioni e seguiti porterebbero alla scoperta di nuovi spazi aperti all’interno dell’edificio piramidale.
Ora c’è da chiedersi se é casuale la presenza della piramide di Cheope in una costellazione di nome Pegaso, oppure il nome stesso è codificato? Sembra di sì perché il nome PEGAS (P,G,S.) verebbe dal nome della piramide di Cheope, KEOPS, (K,P,S,). PEGAS = PCS = PKS = KEOPS = CAPSULA, una “capsula spazio temporale”, una nave. Pegaso il “Cavalo allato”, paragonabile a un veicolo, nave, è conducibile anche a una barca solare o stellare come quella trovata accanto alla Piramide di Cheope, composta di 1224 pezzi di cui mancano altri dieci. Non dimentichiamo che le anime dei defunti faraoni, partendo dalla piramide di Cheope dovevano percorrere le vie siderali per arrivare nella costelazione di Orione dove anche là, le stelle compongono una piramide.
CONCLUSIONI FINALI
Le estrapolazioni astrogeometriche e “astromatiche”, tra le stelle della costellazione Pegaso fusionano in una sintetica visione astrosofica svelando conoscenze incredibili. L’Astrosofia genera la sintesi di tutte le informazioni estraendo dal cilindro costruzioni meravigliose che l’occhio umano non ha mai visto e l’orecchio mai sentito. Altretante soluzioni universali escono alla luce che altrimenti occorebbero migliaia o milioni di anni a scoprirle e capirle.
Le stelle della costelazione Pegaso prese in calcolo sono soltanto dieci ma le loro combinazioni logiche sono a centinaia, cosa assolutamente imposibile se non fossero impostate da qualche mente formidabile. Soltanto intelligenze extraterrestre di alto rango potevano una cosa simile, come quella di impostare e spostare le stelle per generare equazioni matematico geometriche. Ora l’Umanità dovrà scoprire tutta la sapienza portatrice di conoscenze iscrite nelle costellazioni per salvarsi dall’Apocalisse delle proprie errori. Ma di sicuro non sarà liscio perché al varco ci aspettano i controlori per sottometerci al grande Esame Finale.
Come detto in partenza, alle Entità Superiori non interessa la nostra economia e tecnologia ma l’evoluzione delle Anime e dello Spirito umano. Anche questo è il motivo per cui non riusciamo contatare le civiltà extraterrestre, essendo troppo involuti. Per riuscir contattarli occore al più presto imparare le geometrie stellari. In milioni di anni di evoluzione l’uomo ha imortalato nell’occhio sempre le stesse configurazioni stellari che non cambiano mai, perciò il nostro suconscio è suscetibile e quasi pronto a leggerle innescando straordinarie rivelazioni, portando persino a una vera e propria “Illuminazione di massa”.
Roma 23.08.2020
Vasile Droj
Fondatore Centro Universologico di Roma
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