Sovrapponendo due membrane energetiche l’universologo Vasile Droj scoprì nel 1993 la natura e il sistema delle stringhe che sta alla base della composizione dell’Universo. Dall’esperimento si deduce che l’Universo sarebbe composto nella sua primigenia natura da formazioni filamentose vermicolari già chiamate stringhe che fluttuano libere e indefinite. Le stringhe sono immerse in un genere di superficie, simile a una membrana, che in contatto con un'altra genera sorgenti autogenerative. Sono gli “universaloidi” le forme universali di aggregazione. Lo studioso riesce a filmare per la prima volta le stringhe nel loro stato virtuale.
fig. 1
Il Big-Bang fu un’esplosione terribile. Da una singolarità non più grande di una palla di ping-pong nacque l’Universo che si espanse. E già siamo in contradizione. Perché se in quella palina di pochi centimetri era contenuta tutta la massa e l’energia dell’Universo da venire, allora la spaventosa pressione era così terribile da cambiare completamente le leggi fisiche. C’è da chiedersi poi con che velocità si sarebbe espansa la terribile esplosione se la massima velocità, quella della luce, da quassi 14 miliardi di anni è la stessa (vedi la luce che arriva dalle ultime galassie visibili). Se la luce che arriva da quelle zone porta immagini di galassie già mature, alcune pure vecchie, allora il tempo dell’inizio Big-bang quasi raddoppia. Tenendo conto che dietro quelle galassie l’universo continua, allora le distanze spazio temporali si quadruplicano e poiché anche da parte opposta la situazione si ripete, il tutto si ottuplica. In fine se c’è stato un centro dell’esplosione Big-Bang allora esiste anche una direzione radiale di propagazione che potrebbe essere individuata portandoci al centro, però non succede.
Tante incongruenze fanno presupporre che le cose sono andate in un modo più semplice e lineare, ipotizzando l’esistenza di una sostanza diffusa e onnipresente che in condizioni speciali s’innescò, iniziando il processo descritto nel primo scenario però senza un’esplosione dirompente in un solo punto, ma un può dappertutto, come inizio manifesto di una nuova legge che regolerà l’Universo a venire. I due scenari non spiegano però il modo di distribuzione della materia in raggruppamenti così complessi (da atomi alle galassie) a discapito di una ripartizione omogenea. Questo modo di distribuirsi della materia è stato sempre argomento di dibattito tra gli scienziati, poiché non riuscivano a spiegarsi il perché di queste aggregazioni. Per trovare una soluzione bisognava considerare la possibilità dell’esistenza di un “qualcosa” che avrebbe provocato queste aggregazioni iniziali, un qualcosa intorno al quale la materia si concentra, un genere di oggetti bizzarri che scienziati chiamano stringhe cosmiche (fig. 1). Furono queste forme filiformi le famose stringhe tanto ricercate dagli scienziati e mai trovate che plasmarono il mondo fisico? Sembra di sì. Per immaginarle gli scienziati ipotizzarono una variegata moltitudine di forme grafiche,
Fig. 2 Fig. 3
di frammenti lineari più o meno retti addirittura circolari che chiamarono stringhe. Però, i veri proto filamenti energetici non furo trovati mai né al livello micro né macrocosmico. Se no, qualcosa a quest’ultimo dove alcuni quasar sembrano essere influenzati da enormi cerchi energetici (fig. 2) come quelli degli Universaloidi (fig. 3). La mancanza di prove dirette impantanò la bellissima teoria delle stringhe e super stringhe tanto promettente da esplicare il Tutto, finche un ricercatore non s’imbatté nelle vere stringhe.
Fig. 4 Fig. 5
Venti anni fa lo studioso Vasile Droj fece un rivoluzionario straordinario esperimento mettendo a confronto due “membrane” energetiche (elettromagnetico ottico) proprio come nella supposizione della famosa teoria “M”. (fig. 4). Il punto di giunzione o conversione (fig. 5) diventò un impressionate sorgente permanente di creazione proprio come il Big-Bang. Il punto di contatto diventò un buco nero anzi bianco cioè espellente che vomitava una continua massa di forme. Si presuppone che quel punto aggregava le stringhe precedenti esistenti nella membrana organizzandole in nuove forme forzandole uscire soltanto attraverso se stesso come attraverso una porta. Vasile Droj battezzò quest’aggregazione universale “universaloide”. Nella rispettiva formula erano incluse tutte le possibili aggregazioni virtuali e reali
Fig. 6 Fig. 7
presenti in Natura dagli atomi fino alle galassie. E’ la formula perfetta per incanalare tutte le potenzialità tipiche e topologiche che lo spazio può esprimere e manifestare. In quanto vortici è presente anche la dimensione temporale con le tappe da percorrere. Sorprendente il fatto che la nozione Spazio, SPAT(IO), letta al contrario ha già codificato in se da migliaia di anni la mirabolante formula: SPAT ß> TAPS à TOPOS (POSTO). Da SPATIO deriva la triade operante: TOPOS – TIPO(logia) – TAPPE (Tempo) come formula “TOP – TIP – TAP” che ordina il mondo fisico. Già, poiché il fisico gr. physis segue la stessa logica: “FUS - FIS – FAS” ossia FUSIONE – FISSIONE – FASE.
All’inizio si pensava che l’Universo fosse nato disomogeneo ma studiandosi la radiazione di fondo, il calore residuo proveniente dalla sua formazione, si scoprì che era omogeneo però si è distribuito in maniera non omogenea soltanto un milione di anni dopo il Big-Bang. Come mai e cosa ha determinato questa aggregazione? Semplice? All’inizio del Big-Bang esisteva ed esiste tuttora un proto universo indeterminato composto di un’infinità di forme virtuali che oscillano in se stesse e attorno ad altre chiamate stringhe (fig. 6). Per loro natura queste stringhe vibranti stano lontane tra loro dividendo lo spazio in maniera efficiente. Quando le stringhe incontrano un ingorgo energetico, tendono ad ammassarsi attorno ad esso raggruppandosi (fig. 7).
Fig. 8 Fig. 9
L’ingorgo creato produce un vortice gravitazionale che fa ruotare l’intero aggregato (fig. 8). Il passaggio evolutivo delle stringhe che sono costrette a organizzarsi attraverso il movimento si perfeziona sempre di più, la zona dispiegandosi in cerchi sempre più perfetti. In questo passaggio succede qualcosa di straordinario; il presunto centro appena formato diventa punto che si allarga trasformandosi in un cerchio che cresce di continuo mentre nel suo centro appare un altro punto che diventerà anche lui cerchio e cosi all’infinito (fig. 9). Attorno ai cerchi concentrici, quelli meno riusciti si rompono ingrossando la spazzatura delle stringhe disordinate ma comunque coinvolte nel vortice. La confusione vibratoria cresce in misura dell’allontanamento dal centro. Visto da lontano le strutture centrali sembrano delle oasi di ordine geometrico in un mare tempestoso.
In condizioni del tutto speciali quando l’equilibrio è maggiore i cerchi concentrici, si cumulano arrivando a decine e decine (fig. 10). La regione centrale dei cerchi è la zona di stabilizzazione dell’equilibrio e della geometrizzazione massima. Più si va in periferia più la confusione cresce i
Fig. 10 Fig. 11
cerchi si spezzandosi in un’infinita ragnatela. In paragone è come la salute dell’uomo quando tutte le funzioni sono in ordine ma appena appare la malattia: febbre, stanchezza, intossicazione etc. tutto si squilibra. I rispettivi cerchi con la loro abbondanza e perfezione esprimono la legge dell’Evoluzione che sarebbe molto semplice: da forme involute e virtuali, appunto le stringhe, attraverso vortici energetici la materia si auto struttura in infinite forme che tendono a regolarsi tramite la geometria variabile fino a costituirsi in forme archetipali universali perfette chiamate Universaloidi.
Questo processo è visibile in Natura (fig. 11) dove si creano delle “oasi di equilibrio” circondate da zone instabili sommerse in un mare di disordine entropico. Nel caos fluttuante all’infuori di quella zona dominante ci sono anche altre isole di stabilità più o meno evolute che tendono a realizzarsi e a scomparire in un cambiamento continuo. A livello microcosmico molto al di sotto delle particelle e sottoparticelle esiste un oceano infinito di stringhe vermicolari che brulicano impazzite (come nel filmato). All’opposto, a livello cosmico, corrisponderebbero alle super stringhe cosmiche nelle quali sono immerse e sparpagliate come i granelli di sabbia le galassie, le nebulose, gli ammassi stellari, e i sistemi solari con i loro infiniti pianetti e satelliti. Questi filamenti colossali che imperversano il cosmo potrebbero rappresentare l’energia e la massa nascosta dell’Universo. Non sono visibili ma soltanto i loro prodotti usciti dal tritacarne dei vortici descritti in quest’articolo. Solo i prodotti ben definiti sono visibili, quelli passati attraverso i vortici e arrivati ad alta stabilità e fissità fino allo stadio di archetipo. Le forme meno riuscite ritornano al tritacarne primordiale. In qualche modo il processo è simile alla transumanza delle Anime di vita in vita fino alla realizzazione suprema. Questo è il senso dell’Universo ed è iscritto (karma?) in qualunque aggregazione viva o morta. Persino il linguaggio e le parole seguono il Principio. La parola stessa “Forma” ha codificato in se la sua legge: FORMA = FERMA. Letta al contrario: FORMA ß> AMROF à AMORF(O). Si chiama “Forma” perché “Ferma” e se non ha forma stabile è “Amorfa”. Punto.
Infine c’è da chiarire che il passaggio dalle indefinite stringhe vermicolari alle più definite forme archetipali, gli Universaloidi, è contenuto e descritto nella “Mandalogia” la scienza suprema delle aggregazioni. I Mandala orientali erano descrizioni teoriche e iconografiche di una realtà soltanto intuita e mai vista. Con l’apparizione dei filmati di stringhe e universaloidi il Libro della Natura si apre ai nostri occhi. (La Mandalogia sarà spiegata in un prossimo articolo).
Roma 12.12.2012
Vasile Droj
Centro Universologico di Roma
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