LEZIONE DI LEONARDOLOGIA
IL “CODICE DROJ”
Il ciclo di rivelazioni sul “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci iniziò il 23.11.2017 con un comunicato stampa (92) annunciando che già dal 2011 l’universologo Vasile Droj aveva scoperto nel quadro "Salvator Mundi" di Leonardo da Vinci analogie ed equazioni matematico geometriche sorprendenti già presenti nel dipinto di Mona Lisa e nel Cenacolo (2). Una remota tradizione di geometria sacra iniziata nell’antico Egitto ed in altre parti del mondo fu riscoperta da Leonardo da Vinci, incisa e occultata nelle sue opere pittoriche tra cui Mona Lisa, il Cenacolo e ora il Salvator Mundi, anch’esso prodotto “artematico” (Arte matematizzata). Quest’ultimo è centrato su una simmetria perfetta che permette le più impressionanti costruzioni ed estrapolazioni lasciando intravedere una vera “cattedrale geometrica” perfettamente costruita sul corpo di Cristo, dove ogni parte del corpo, ogni angolo sono incisi là per sodisfare eterne leggi e principi matematico geometrici. Arrivare fin qui è stato possibile soltanto grazie al “Codice Droj” che l’autore scoprì tanto tempo fa. I due codici: “Da Vinci” e il “Codice Droj” riuniti possono dare l’assalto al grande “Codice Universale” o Codice dell’Universo che tutto regola. Ci sono buone speranze poiché l’autore le ha analizzate, sintetizzate e formalizzate già da molto tempo all’interno di una Super Scienza detta Universologia e la sua sorellastra Universalogia.
IL RETTANGOLO AUREO DELLA TESTA
Com'è stato ben espresso nell’articolo precedente (94), Leonardo da Vinci ha impostato le dimensioni del quadro Salvator Mundi sul prototipo del Rettangolo Aureo o Rettangolo dinamico detto anche Rettangolo Faraonico per le sue antiche apparizioni. La stessa impostazione “rettangolare” fu applicata dal maestro toscano anche nel quadro Mona Lisa. Aldilà di questa imposizione c’è una virtù interessante che si evidenzia con le prolungazioni diagonali delle strisce pettorali che dividono il quadro in due parti perfettamente uguali generando due rettangoli perfettamente uguali. Ora ci si chiede che tipo di rettangoli fossero essi e si scopre con stupore che accanto all’inquadratura generale anch’essi sono dei rettangoli aurei o dinamici (fig. 1).
La cosa più intrigante è che le diagonali del quadrato e del rettangolo dinamico passano attraverso i punti strategici del volto; così la diagonale di destra passa sullo spartiacque tra la fronte e i capelli, continua tra l’atro sparti capelli sula cima della testa finendo nell’angolo del quadrato. La diagonale sinistra tocca il margine della bocca, la punta del nasso, continuando per il margine esterno dell’occhio e la fine delle sopracciglia per finire nell’angolo destro del quadrato. In fine la diagonale del rettangolo passa con precisione millimetrica attraverso la pupilla dell’occhio di Cristo. Non è ancora chiaro che significato avesse questa congiuntura di linee sui punti strategici del volto del Redentore però l’evidenza dei incroci è ovvia e dimostrabile.
IL VOLTO DEL SALVATOR MUNDI INQUADRATO DA DUE RETTANGOLI AUREI SPECOLARI
Per realizzare questa compattezza di ragionamenti matematico geometrici e poi sovra porli sul volto e farli combaciare richiede molta maestria. Ora se si sovrappongono in maniera specolare due rettangoli aurei si osserva con sorpresa che essi delimitano perfettamente nella parte centrale la testa di Gesù (fig. 2) Di sicuro che prima di inquadrare la testa del Salvator Mundi, Leonardo aveva già tracciato i due rettangoli incrociati per fargli corrispondere a delle ragioni matematiche geometriche. E guardate che gli incroci delle diagonali portano alla creazione immaginaria di due quadrati. Uno dei quadrati (fig. 3) é situato in basso essendo delimitato in alto dall’intersezione delle diagonali dei due grandi quadrati opposti del rettangolo aureo specolare. L’altro quadrato (fig. 4) è situato nella parte superiore ed è realizzato secondo la stessa procedura.
I due quadrati si sovrappongono parzialmente al livello degli occhi dove la linea orizzontale basale del rettangolo superiore passa attraverso gli occhi mentre la linea del latto superiore del rettangolo inferiore passa attraverso le sopracciglia del Redentore. Ora osservate che la costruzione dei due quadrati parzialmente sovra posti fu indicata dalle diagonali già esistenti. E questo è meraviglioso. Tutto questo splendido travaglio geometrico doveva portare al perfetto quadrato rombo presente sulla parte superiore del volto (fig. 5) Come mai esso è un quadrato perfetto e da quali leggi matematiche geometriche deriva? Probabilmente serviva a marcare il famoso “X” simbolo del Monogramma di Cristo tanto chiaramente dipinto sul petto di Salvator Mundi attraverso i diagonali pettorali che stano all’origine dei due rettangoli che dividono il quadro in due.
L’esecuzione dei corpi dei personaggi dipinti da Leonardo da Vinci incastonati nelle ragnatele geometriche ha chiesto molto tempo al maestro. Non a caso Mona Lisa che nasconde simili proiezioni matematico geometriche durò quattro anni di lavoro e di sicuro anche Salvator Mundi presse altrettanto. Vasile Droj lo scopritore di tutto ciò chiama queste equazioni “crittogeogrammi”, da critto (cripto) ossia crittato, codificato, mentre geo viene da geometria, e gramma, da grammatica o logica, vere engrammi. Così che appaiono nel libro dell’autore “Codice Universale – Sottocodice Da Vinci”, Edizioni Universologia 2008.
Leonardo da Vinci assieme all’amico matematico Luca Pacioli, oppure da solo, sarebbe arrivato alla sovra posizione dei rettangoli dinamici. Questo gli ha permesso di inserire il volto di Cristo all’interno delle splendide relazioni matematico geometriche come espressione dell’emanazione del Logos e delle leggi divine. Poiché il nome di Cristo è codificato, esso allude al Cristallo i cui lati e faccette sono dei tagli matematico geometrici che fanno splendere la luce. Ogni facciata è un crittogeogramma. Il processo di per se sarebbe la “cristallizzazione”, un coronamento della luce...
LA TRINITÀ
Il corpo umano sarebbe creato secondo precise regole che rispettano il principio della composizione matematico geometrica che offre la massima funzionalità. Soltanto là dove ci sono delle precise funzioni matematico geometriche la vita si può annidare e perpetuare. L’universologo Vasile Droj dimostra questo sia a scala planetaria attraverso il Raggio Vitale terrestre di 2Pi (85) sia a livello antropologico (vedi il “modulo antropometrico primitivo”* - di prossima pubblicazione) dimostrando la presenza nel corpo umano di funzioni matematico geometriche (potenze di “Fi” espresse in sistema metrico decimale)*.
Leonardo intuendo l’universalità del concetto matematico geometrico, inquadrò il corpo del Salvator Mundi in un rettangolo e un triangolo (fig. 6). Il rettangolo non è uno qualunque ma un classico Rettangolo aureo mentre il triangolo che delimita la testa è anch’esso un puro triangolo equilaterale. Ecco ora quello che caratterizza questa struttura. La base di partenza e calcolo per le due figure geometriche è la larghezza delle spalle. A destra l’estremità di questa distanza è ben delimitata mentre a sinistra e coperta dalla mano alzata definita dal margine del dito. Ebbene, se dalle estremità di questo segmento si porteranno insù due linee oblique tangenti alla testa di Cristo esse, si riuniranno in un punto situato proprio sul bordo superiore del quadro realizzando un triangolo equilaterale. La costruzione del triangolo può rullare anche al contrario; partendo dal punto centrale sul bordo superiore del quadro, le due linee tangenti alla testa di Gesù scenderanno toccando l’estremità della linea delle spalle attuando il triangolo.
Il Rettangolo aureo parte anch’esso dalla stessa delimitazione delle spalle, però in giù e non finisce sulla bordura inferiore del quadro ma sotto le ditta del Salvator mundi che tengono la Sfera. Perché? Semplice, perché Leonardo attraverso le mani ci indicava che il rettangolo é dinamico perché la parte più dinamica del corpo è la mano che indica attraverso l’indice index. E guarda caso, quello che indica la delimitazione inferiore del rettangolo è proprio l’indice della mano che tiene la Sfera. Un altro indizio che il rettangolo doveva avere proprio quell’altezza lo lascia il Maestro toscano e a scoprirlo è semplice e indicativo; basta tracciare l’altezza del rettangolo per osservare con sorpresa che essa finisce proprio sulla cima della testa di Salvator Mundi ossia nella punta del triangolo. In altre parole l’altezza del rettangolo è uguale all’altezza del triangolo.
L'OBELISCO E IL SALVATOR MUNDI
Partendo dalla struttura “tipo casa”, cioè triangolo posto sul rettangolo, si arriva a spettacolari composizioni matematico geometriche. Prima di tutto, le diagonali pettorali (colore giallo) sul petto di Cristo finiscono millimetricamente negli angoli superiori del rettangolo. Ecco un'altra ragione per la linea comune delle due figure, che altro non è che la linea delle spalle.
Ora Leonardo propone un’estrapolazione straordinaria nella quale sovrapponendo sul presente rettangolo un altro al contrario, ossia specolare, si ricrea il rettangolo della figura nr. 2. Le due linee verticali centrali interne finiranno in alto proprio là dove i lati laterali del triangolo toccano la testa. Si forma così una colonna. Il lato orizzontale della Colonna passa attraverso le sopracciglia. Questa colonna centrale con l’aggiunto della punta del triangolo forma un obelisco. Come le colonne degli obelischi egiziani sono leggermente coniche indicando così i raggi di sole che si prolungano lungo i lati, Leonardo ci lascia un indizio per riprodurre meglio la colonna. Le due diagonali, o piuttosto, linee oblique del rettangolo, finiscono in basso sulla linea della base da dove portando due segmenti verso l’alto della colonna, si arriverà alla forma classica dell’obelisco (fig. 7). Interessante il fatto che il rettangolo all’interno della colonna, iscritto nel triangolo ha le stesse dimensioni del rettangolo contenuto nella parte basa della colonna fino all’altezza dell’incrocio con le diagonali. Sempre qui portando una linea attraverso gli occhi di Cristo si creerà all’interno della colonna, nel triangolo, un quadrato perfetto.:
CRISTO – CRISTALLO – CRISTALLIZZAZIONE
Leonardo da Vinci rincorre l’Obelisco perché
simbolo di luce considerato la materializzazione della luce solare
creatosi tra due raggi provenienti dal Sole che lontanandosi genera
l’obelisco. La parola “obelisco” secondo il “codice linguistico
ancestral universale” scoperto dal universologo Vasile Droj, vuol dire
OB+LISCO = AB LUX ossia “dalla luce”. La lettera “O” in “Ob”
indica il disco solare mentre la lettera “A” in Ab
indica l’Angolo, il Triangolo, la Piramide, in una parola, la
punta dell’Obelisco che é il piramidion della piramide.
Leonardo da Vinci introduce l'archetipo dell’obelisco come simbolo
di luce e su questo elemento vuole soffermarsi poiché il Salvator
Mundi, il Cristo, è simbolo della luce della Conoscenza Salvifica.
Poiché il Cristallo è il miglior strumento di luce, esso è risonante
al nome di Cristo. CRISTO → CRISTALLO è una combinazione vincente
(vedi "In hoc signo vinces") specialmente quando si realizza
la CRISTALLIZZAZIONE. Una gemma, un quarzo, un diamante, un
cristallo, dallo stato grezzo attraverso le giuste sfaccettature
arriva a splendere fortemente la luce. Le sfaccettature, la
cristallizzazione in generale, è una geometrizzazione matematica che
permette ai raggi solari di amplificarsi.
Leonardo da Vinci era un vero scienziato che ottenne buoni risultati nello studio dell’ottica. D'altronde la pala di vetro nella mano di Salvator Mundi è rilevante. Di sicuro egli conosceva le formule per sfaccettare i cristalli e questo si riverbererà nella geometrizzazione nascosta e sottile delle sue opere, in una parola svellerà il suo “Codice” detto “Da Vinci”. In concreto la sua opera è un enorme cristallo perfettamente geometrizzato ed il Salvator Mundi, il CRISTO è il CRISTALLO stesso. Per questo il Maestro imposta nel triangolo la geometrizzazione corporale di Cristo per poter introdurre la massima forma cristallizzata che ci sia, quella a forma di pera. C’è da specificare che la forma di pera adoperata ai cristali è la massima che aggrega e distribuisce la luce. Ebbene sovrapponendo questo CRISTALLO perfetto sopra l’immagine geometrizzata del busto di CRISTO combacia perfettamente (fig. 8). Il triangolo e le diagonali superiori del rettangolo aureo furono costruite proprio per appoggiare questo cristallo perfetto che allude alla luce cristica. La perfezione della rette cristallina indica la perfezione della Conoscenza poiché Luce.
La cristallizzazione o la sfaccettatura dei cristali è in pratica un’incisione. Incidere ossia crestare o incrostare, fare una cresta sulla crosta, allude alle imprese di Cristo che si auto “cresta” sulla croce per salvare l’Umanità dai peccati. Incrostare come sinonimo di incidere “INCIS” appartiene alla categoria "CIS" che assicura l’operatività e l’efficienza delle parole: ConCIS, DeCIS, PreCIS, InCIS, etc. Realizzando questi quattro “CIS” si arriva a VINCIS (“V in CIS”) vincere, ovvio quando si opera In hoc signo vinces. CIS o “X” (ics) è il simbolo della Croce Crux che ha forma di “X”(ics). Il CIS è anche forma di declinazione dei sostantivi latini in “x”: lux - lucis, lex - gis, dax - dacis, audax - audacis, rex - regis, etc. Perciò colui che incide in “X” è un portatore di Luce (lucis), un legislatore (legis), un audace (audacis), e un vero re (regis) che sa reggere e correggere,* in una parola egli è un Salvator Mundi. I due codici riuniti “Da Vinci” e “Droj” aprono la strada al CODICE UNIVERSALE che governa l’Universo. (idee ed estratti dal super libro “X” iniziato dall’autore nel 1989, capitolo il Disco delle religioni “x”)*.
Questa volta nel quadro Salvator Mundi, il Codice Da Vinci e il Codice Droj sono più incisivi che in Mona Lisa. Il salto dal semplice al complesso, dal pro profano al sacro è enorme anche se sono le faccette della stessa medaglia.
LA SFERA
Nell’Universo ci sono soltanto due linee fondamentali; la linea retta e la linea curva. Alla linea retta appartengono i segmenti lineari retti con quale si costruiscono gli angoli dei vari poligoni: triangolo, quadrato etc. A questa categoria Leonardo da Vinci ha dedicato in gran parte quello che è stato fin qui dimostrato. Alla linea curva la cui massima espressione è il Cerchio, il maestro consacra la Sfera di vetro che Salvator Mundi tiene nella mano sinistra poiché la destra è riservata al comando e all’autorità.
Come si è visto nell’articolo precedente, la Sfera è stata impostata da Leonardo come un vero etalone, campione, sia nel volto sia nella mano alzata di Cristo che hanno le stesse dimensioni. Questa volta come nella (fig. 9), la Sfera di vetro è contenuta nel rettangolo aureo sei volte. Nel triangolo ci sono tre sfere di cui quella centrale inquadra perfettamente la parte superiore del viso, parte dedicata alle qualità superiori dell’essere umano. In totale, nel rettangolo e nel triangolo ci sono 9 sfere, numero consacrato alla Sintesi secondo la numerologia classica. Le tre sfere all’interno del Triangolo che inquadra la Testa rappresentano la Sintesi Suprema espressa dalla Trinità: Padre - Figlio - Spirito Santo. La Sfera lat. Spherae è il Simbolo consacrato allo Spirito, e la corrispondenza letterale e semantica è evidente. Partendo dal Triangolo e quadrato perpetuandosi poi in un rettangolo verticale infinito si materializzerà in un obelisco. È l’epifania della nascita che attraverso la luce solare genera il mondo vivente. Il Sole o Sor (lat.) altro non è che la Sorgente.
Infine, la Sphera che è Spirito dovrebbe essere faccettata come un cristallo o un diamante che soltanto così valorizza i veri carati del carattere. Realizzare cioè la gande Incisione “CIS” (ics ossia “X”) operare la tecnica CIS ossia essere: INCIS, CONCIS, DECIS, PRECIS. Soltanto cosi l’uomo può incidere in maniera duratura nella realtà e nella Verità edificando nel corpo e nello Spirito, il Logos. Cristo ha realizzato questa incisione sulla croce “X” attraverso la sua crucificazione “in memoriam” di questa Legge e in nome a tutti gli uomini.* Per questo che egli è il Salvator Mundi.
Continuando la decifrazione dell’opera di Leonardo da Vinci Salvator Mundi sempre al capitolo della sfera si arriva alla crittogeogramma o (fig. 10).Qui si osserva la centralità della Sfera nella distribuzione misurata dello spazio all’interno del quadro. Si rimarrà sorpresi costatare che all’infuori del rettangolo e del triangolo (cioè dell’obelisco) nello spazio rimanente intorno si possono inserire soltanto altre quattro sfere. Il fatto che le sfere, due a sinistra e due a destra del triangolo, entrano ed occupano perfettamente lo spazio è intrigante. Ne un millimetro in più o in meno. Questo vuol dire che anch’esse fano parte di un progetto. E veramente, tracciando delle linee rette attraverso i centri delle sfere presente dentro e fuori del triangolo queste si concentreranno in un punto centrale situato tra gli occhi. E guarda caso proprio quella linea di giunzione tra gli occhi (pupille) è l’’etalone”, niente altro che il Raggio della Sfera di vetro che il Salvator Mundi tiene nella mano.
Le sfere o cerchi intorno alla testa del Cristo lasciano in cima nella parte superiore uno spazio libero come se fosse un errore di distribuzione delle sfere, però non è così anzi è la prova della perfezione. Inserendo un cerchio standard della sfera esso entrerà perfettamente a metà, avendo il centro proprio sulla bordura del quadro mentre l’altra metà resterà fuori quadro, nel nulla. Come mai tanta precisione. Questa volta siamo al livello d’interpretazione metafisica poiché la metà piena del cerchio esprime il Pieno mentre la parte mancane il Vuoto, persino il Nulla. L’Essere e il non essere, la Vita e la Morte. E guarda caso proprio là, sopra la fontanella della testa, secondo antiche credenze tibetane, indiane, egizie e altre, sarebbe situata la porta attraverso quale l’Anima lascia il corpo. Là in punta del triangolo si decide l’Esistenza, e per l’eterna memoria fu eretta la piramide di Cheope che appositamente non ha punta per ricordarci questo Principio Universale. Leonardo da Vinci lasciò testimonianza del gigantesco monumento inserendo la piramide di Cheope nel quadro Salvator Mundi (prossimo articolo).
Ora scendendo nell’analisi osserviamo la
distribuzione compatta, orizzontale e verticale delle sfere
all’interno del rettangolo aureo che inquadra il corpo, indica la sua
struttura corporale e materiale mentre le sfere disposte circolarmente
in triangolo (testa) e intorno, indicano l’energia spirituale,
partendo dall’informazione fino alla Conoscenza Suprema che lo Spirito
Puro detiene ed emana.
Le lunghe
ore di analisi, sintesi e profonde meditazioni di Leonardo davanti
alle fiamme del camino nei lunghi inverni lo portarono a delle
scoperte sensazionali che però non aveva a chi svelare neppure
all’amico matematico Luca Pacioli. In qualche modo, un paragone con la
presente scoperta di cui il mondo odierno non è preparato a riceverla,
essendo troppo ingessato dalla finzione cinematografica. Il mondo,
pure quello della ricerca, non si accorge che il “Codice Da Vinci”
esiste da vero, da più di 500 anni, e che accanto c’è anche il “Codice
Droj” ancor più complesso e raffinato. Quest’ultimo si ravvicina
al “CODICE UNIVERSALE”, o CODICE DELL’UNIVERSO. Per realizzare il
“Codice Droj” l’autore ha intersecato “geometricamente” un Cerchio (di
0,5 m.) con migliaia di linee ed altri cerchi secondo principi e leggi
matematico geometriche, finche la sua superficie diventò scura come un
“buco nero”. Fu sicuramente la più complessa geometrizzazione
sintetica mai realizzata nella storia. Correva l’anno 1984, e da quel
momento che nacque la “geometria embrional sintetica” uno dei
tre pilastri dell’Universologia che l’autore ideò ancor prima, nel
1978 nei monti Carpazi (Bucegi) Romania.
Ora c’è da chiedersi perché Leonardo da Vinci mise tanta geometria e matematica nelle sue opere pittoriche: Mona Lisa, il Cenacolo, Salvator Mundi ed altre? In primis perché era un pratico costruttore, architetto di macchine, che non funzionano se non tramite calcoli e geometrie funzionali adatte e precise. Il Maestro toscano si accorse che l’Evoluzione umana e dell’Universo è completamente marcata dalle leggi che sono di sorgente matematico geometrica nonché semantica (70). Peccato però che Leonardo da Vinci non abbia affrontato con il suo genio anche gli aspetti linguistici, o non abbia avuto tempo, lavorando troppo alle sue macchine volanti. Fortunatamente il “Codice Droj” abbonda su questo lato (vedi il “codice linguistico ancestral universale”, facendo una fusione sintetica completa (55).
(Segue)
Roma 04.05.2018
Autore:
Vasile Droj
Fondatore Centro Universologico di Roma
www.universology.com email vasidro@tiscali.it
Copyright © Edizioni Universology 2000-2022
Copyright © Vasile Droj 1975-2022