Da un antichissimo papiro egiziano della regina Kamara (Museo di Cairo) emerge uno strano rettangolo, simbolo di Maat, che ora può diventare una vera stele di Rosetta, capace di svelare inaspettati segreti come a tempo di Champollion. La scoperta é di Vasile Droj universologo di Roma e fu anticipata da lui stesso molti anni prima quando individuò nel rettangolo Aureo faraonico il prototipo fondante di quasi tutte le costruzioni dell’antico Egitto. Questo rettangolo speciale fu tanto diffuso che imperniò qualunque progetto, schema o tecnica di costruzione dalle statuine, troni, sarcofagi, porte, oggettistica varia fino alle prospezioni topografiche. Addirittura fu individuato nella struttura stellare della costellazione di Orione che egizi veneravano. Diventato un vero “canone” di Maat, questo rettangolo è capace di reimpostare la nostra visione egittologica svelando la Ragione nascosta dell’antica conoscenza, imperniata da una sconvolgente MateMatica universale. Di conseguenza l’iconografia egizia non fu casuale, a mano libera, ma derivazione intrinseca dai principi matematici geometrici in cui prevaleva l’omonimo “rettangolo aureo”.
DAL CAOS ALLA COLLINA PRIMORDIALE, L'ORDINE DI MAAT
Nel mito cosmogonico il Caos fu sostituito con la Creazione Ordinata rappresentata dalla Collina Primordiale. L’’imput" della Creazione fu innescato dall’impatto di una goccia d’acqua caduta in acqua e la sua repulsione creò una collinetta d’acqua con una goccia (la stessa) in cima (fig. 1). E’ ovvio che, in paragone, si tratti di un imput energetico colossale che creò l’Universo, un genere di Big Bang. Ora gli ideogrammi logici sono stupefacenti; poiché l’acqua incarna le ”acque primordiali”, e la sua natura è convincente poiché l’acqua H2O, l’Hidrogeno e l’Helio rappresenta quassi 99,9% dell’Universo. La forza d’impatto è Kratos che crea Crateri circolari ossia le onde circolari d‘acqua. Questo fu il grande “KRITERIO Kritico” poiché ogni impatto di per se è critico e impone una valutazione critica. La suprema quintessenza del KRITERIO fu immagazzinata nella palina = Sfera = Cerchio, poi diventato il Cerchio di Ra, dal cui Raggio misurabile nasce la Ragione. La Colina primordiale fu imitata sotto varie forme erette come le piramidi, gli obelischi e le colonne di pietra etc.
Ma il cerchio riservato al dio supremo Ra era tropo trascendente perciò serviva una forma più adatta al mondo terrestre perciò fu scelta la seconda figura platonica il quadrato che fu immortalato nella base delle piramidi. E ancor una volta si costatò che anche il quadrato era tropo rigido per costruire il mondo tanto vario perciò si ricorse a un “quadrato variabile” ossia un Rettangolo. Dopo che dio Ra sostituì il Caos con l’Ordine mise garante la dea Maat (il suo braccio destro). Il simbolo geometrico del nuovo ordine è un rettangolo da cui sorge la testa della dea sormontata da una piuma di struzzo simbolo del peso preciso sulla bilancia. La rispettiva figura rettangolare è riportata nel papiro della regina Kamara che si trova al Museo di Cairo, (fig. 2).
Questo canone iconografico fu poi riprodotto nell’antico Egitto per migliaia di anni. Ora ci si chiede se il canone iconografico non fu per caso anche un vero e proprio canone geometrico matematico. E qui che salta fuori la straordinaria scoperta fata dall’universologo Vasile Droj. Egli dimostra che il rispettivo composto grafico è perfettamente codificato e nello stesso tempo si presenta come una vera tavolozza su quale si possono fare dei calcoli e postazioni impressionanti. In più questo rettangolo di Maat altro non è che il famoso “Rettangolo Aureo” o “Rettangolo dinamico” su quale fu costruita l’intera architettura egizia. Persino i remoti ricordi stellari delle transumanze delle anime evolute verso la costellazione di Orione lasciano intravedere questo speciale rettangolo inciso nelle stelle della costellazione.
IL CANONE DI MAAT, LA NUOVA STELE DI ROSETTA
Ora cerchiamo penetrare i segreti mai svelati negli ultimi migliaia di anni riguardante questo “grafo-cartiglio” di Matt. Per riuscire occorre utilizzare l’Artematica, la disciplina dell’arte matematizzata, cercando di scoprire i rapporti matematici geometrici esistenti tra le parti componenti della figura 3.
Se la lunghezza dell’altezza del rettangolo si prolunga sulla parte superiore orizzontale del rettangolo fino alla parte posteriore del colo, sotto la nuca della dea, si generano due quadrati uguali. Come mai? Questo vuol dire che la testa della dea è stata piazzata in quel punto secondo una ragione ben precisa. Questa ragione si svella appena la punta della diagonale scende combaciando perfettamente con la base del rettangolo. Impressionante! Prova evidente che il Rettangolo di Maat non fu disegnato a caso e a mano libera ma con strumenti di misura in conformità a formule matematico geometriche. Non si poteva altrimenti poiché la dea Maat era simbolo dell’Ordine e della Misura, da qui la Matematica; Maat è Maat(ica). Nella composizione del vocabolo egizio maat appare il simbolo del cubito, o regolo, lo strumento utilizzato per le misure lineari. Se la diagonale C si prolunga aldilà del colo della dea, essa arriva tangente nella punta del muso. Casuale o qualche altro indizio importante? Le strane ma logiche relazioni presenti nel Rettangolo di Maat continuano e in pratica sono delle vere equazioni e soluzioni di problemi matematici geometrici così come si praticavano con i famosi seker già dall’epoca predinastica.
Nel Rettangolo di Maat anche la testa e la piuma hanno un ruolo perciò allargando il rettangolo in alto fino alla punta della pena, si ottengono altri due rettangoli più piccoli (fig. 4). Interessante il fato che essi sono disposti tra loro in proporzione armonica: Il rapporto tra il rettangolo di base e i due appena formati è lo stesso esistente tra i due nuovi arrivati. Non solo, ma la differenza tra il rettangolo di base e i due nuovi formati genera uno più piccolo che subisce anche lui lo stesso rapporto. Siamo davanti a un genere di sezione aurea con crescita più bassa di quella classica di 1,6180339.. appunto attorno a 1,25…
Il rapporto Testa/Penna attraverso i due rettangoli nasconde delle relazioni geometriche interessanti di cui la testa è il fattore essenziale. La diagonale D del nuovo rettangolo è uguale in lunghezza alla linea D’ che parte dall’angolo basale destro del rettangolo iniziale e arriva alla nuca della dea. L’altra diagonale D’’ del secondo rettangolo è uguale alla linea D’’’ partita dallo stesso angolo di prima e arriva alla parte anteriore del colo. Queste linee vogliono svelare il mistero del perché la testa della dea è piazzata la e non in altra parte del rettangolo di base.
Il rapporto Testa/Penna nasconde l’algoritmo che sviluppa la crescita del “rettangolo dinamico” ossia quel rettangolo nato dalla diagonale di un quadrato (fig. 5). La diagonale del quadrato A alzata in verticale genera un rettangolo (A+B). A sua volta la diagonale del nuovo rettangolo appena formato alzata in verticale genera un nuovo rettangolo (A+B+C), e così all’infinito. Questo è il famoso Rettangolo Dinamico, Aureo, o faraonico. Su esso si appoggia tutta la trasposizione in forma dell’architettura monumentale egizia. Il Rettangolo rappresenta l’ordine matematico di Maat, il Mattone su quale si appoggia l’Universo intero. E guarda caso la forma del rettangolo di Maat e proprio quella del mattone classico dei vari popoli. Non solo ma il nome stesso di Mattone proviene da Maat. I mattoni e i blocchi di pietra rettangolari furono utilizzati nella costruzione delle piramidi e la parola mattone si adeguò come nel romeno in “caramida”. Cara-mida è un composto semantico interessante dove la radice “cara” viene da caro (strumento di trasportare) romeno “carare” dal luogo dell’estrazione cartiera mentre “mida” da piramida. Interessante e suggestivo il fato che nella stessa lingua romena “mucchio” di cose messe insieme, in questo caso i blocchi di pietre della piramide, si chiama “gramada” come piramida e caramida. Da qui il grammo come simbolo e unità per il peso, da dove poi la gravità.
Non lontano dall’Egitto, nella Babilonia apparivano gli ziggurat, e i famosi giardini pensili della regina Semiramide (Semiramida) che furono anch’essi costruiti con la “caramida”. Più tardi quando i romani inventarono il cemento da inserire come collante tra i mattoni, l’altezza degli stessi mattoni si ridusse diventando più piati. Anche la parola ceramica potrebbe provenire da caramida poiché keramos in greco significa terra da cuocere, argilla.
Infine, ritornando al Rettangolo di Maat, esso fu disegnato per esprimere virtù matematico geometriche precise, in questo caso quelle del rettangolo aureo sottolineando il suo lato “dinamico” quello di “rettangolo auto generatore”. In qualunque situazione o posizione si rovescia esso sviluppa la sua serie di rettangoli. E’ come la gallina con le uova d’oro. Con la sua capacità ordina lo spazio secondo principi razionali in altre parole lo canonizza, perciò il rispettivo rettangolo s’impone come un vero canone, appunto il “Canone di Maat”. La credenza degli egizi rilevava che soltanto le forme rettangolari nate da un quadrato (patern-padre) e da una diagonale (madre) potevano resistere in eternità. Tutti gli altri rettangoli non generati da questa canonizzazione erano destinati alla morte. Perciò nell’antico Egitto le costruzioni dovevano inglobare i rispettivi multipli all’interno del Rettangolo di Maat. Nella (figura 6) s’intravedono una miriade di relazioni impressionanti.
In primis, come mai la diagonale passa proprio per la punta dell’angolo superiore sinistro del quadrato iniziale di base A? Il quadrato A’ che era vicino all’altro avendo il lato verticale sinistro discendente dalla linea della nuca della dea fu spostato a sinistra quasi sotto il mento di Maat creandosi uno spazio vuoto tra i due quadrati. Ebbene anche in questo caso l’altra diagonale bianca passa tangente all’angolo superiore destro del quadrato A’. Allora vuol dire che quello spazio delimitato dalla testa doveva stare in quel luogo. Il fato che il Rettangolo di Maat non è composto di due quadrati perfetti sembrerebbe un’imperfezione, e quello spazio aggiunto sembra un’appendice inutile. Invece no, proprio quell’appendice fa il gran gioco della complessità sistemica. Nell’economia generale di un Sistema ogni minuscolo aggregato ha un determinato ruolo, avvolte fatale se mancante o improprio come la rottura o il plus di un dente nelle ruote dentate di un ingranaggio.
E' ovvio che il simbolo canonico di Maat è concepito sulle basi del Rettangolo Aureo per le sue proporzioni strutturali ma come sviluppo algoritmico é basato sulla dinamizzazione delle diagonali che portano alla formazione dei rettangoli successivi. Per questo che si chiama anche Rettangolo dinamico, ma anche faraonico perché utilizzato n tempi dei faraoni. Nella figura 7 è presentato uno splendente sviluppo dinamizzante del rettangolo di Maat questa volta in posizione verticale poiché in questa posizione nell’iconografia classica egizia incarnerà la dea Maat. Partendo dal quadrato di base, la sua diagonale formerà una serie di rettangoli fino alla chiusura completa del Rettangolo di Maat. Ecco perché esso ha queste proporzioni e non altre. Penultimo dei rettangoli finisce proprio sulla linea del colo posteriore della dea dimostrando la correttezza delle dimostrazioni precedenti.
L'IPOSTASI DI MAAT
Il Rettangolo aureo una volta scelto e incoronato con la testa della dea Maat, diventa il simbolo e il sigillo di un nuovo Ordine, l’Ordine di Maat. Quando si riferisce all’ordine fisico, il rettangolo é disposto orizzontalmente così come appare nel papiro della regina Kamara. Quando però incarna l’ordine antropologico e divino il rettangolo si “dinamizza” diventando verticale, “verti-cale” o Cale della Verità. In questo caso esso delimita il corpo della dea con lo scettro in mano (fig. 8). E’ impressionante costatare che il rettangolo che delimita la sagoma corporale più lo scettro della dea è identico al rettangolo simbolo di Maat emerso dal papiro “Kamara”. Interessantissima la rotazione della testa dall’orizzontale al verticale, appena un giro d’angolo. Questo spiega perché la testa della dea fu messa là, vicino all’angolo, proprio per essere pronta a girarlo.
Quasi tutte le deità del pantheon egizio hanno il corpo iscritto in questo rettangolo speciale, e avvolte sulla loro testa come tiara padroneggia il rettangolo a forma di trono. Non solo ma esso appare scomposto graficamente per farsi capire però nessuno si è accorto in migliaia di anni che dietro fosse sempre lui, il rettangolo faraonico dinamico. Quest’antropomorfosi geometrico matematico incarna l’evoluzione del corpo fisico Ka tramite le alchimie dell’Anima del corpo Ba fino alle geometrie sublimi del corpo indistruttibile Akh. Il loro insieme KaàBaàAkh, costituisce la Kabalakh la sublime scienza della Sublimazione.
Roma 10.06.2009
Vasile Droj
Ricercatore Transdisciplinare
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