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IL MISTERIOSO DRAGONE INCISO
NEI MONTI CARPAZI

I CARPAZI HANNO LA FORMA DI UN DRAGO

LA CULLA DELLA CIVILTÀ E IL POLO DELLA CONOSCENZA

AUTORE VASILE DROJ UNIVERSOLOGO
Questo articolo come tutti gli altri del sito Universology.com è assolutamente originale.

“Historiae sapientia vitae est”

   La catena dei Monti Carpazi vista dal satellite è la rappresentazione fedele di un drago esteso sull’Europa dell’Est e con il centro in Romania, rivela il ricercatore Vasile Droj. Nei tempi remoti la stessa zona fu il Regno dei Draghi che convissero con gli uomini, epoca che tramanda una mitologia misteriosa intrecciata alla grande Conoscenza ed alla Resurrezione. L’immemore Civiltà Europea si incontrò con altre civiltà dei Draghi come quella cinese, dove il capitolo delle guerre indiane con Vimana fu soltanto un passaggio. Nella zona compresa tra Carpazi, Danubio e Mar Nero, si perpetuò a turno sul percorso dei millenni la Civiltà post Atlantica, Iperborea, Ramana (di Rama), e poi Geto-Dacica, tutte discendenti da un primigenio Centro Iniziatico diffusore di Conoscenza Universale “dragonica” situato proprio al centro del “Drago Carpatico”. Fu qui il crogiolo dove si forgiò la Civiltà, ma anche il luogo dove iniziò Babele. Seguì poi la grande migrazione Ariana o “ramanica” dei “rimanenti” o rimasti sul posto, con la fondazione successiva di nuovi stati nel tri continente: Euro-Afro-Asiatico. Ora conoscendo il Luogo delle Origini e perseguendo a ritroso il percorso antico, c’è la possibilità non soltanto di sapere “chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo” ma di trovare conoscenze dimenticate capaci di dar risposte e soluzioni alle nostre difficoltà evitando possibili guerre fratricide o di religione innescate dall’ignoranza. Abbiamo la chance unica di ripristinare la Super Conoscenza Universale nata nella terra del Dragone Carpatico e di trovare la “tavolozza” degli Dei con cui decifrare e plasmare la realtà. L’immensa Casa del Popolo di Bucarest “Universailles” o “Universalion” fu concepita e riservata dal Destino come luogo di raccolta della Grande Conoscenza scomparsa e il suo assemblaggio nell“Ishambala Carpatica”.

   IL DRAGONE CARPATICO

   DOVE NACQUE LA LEGGENDA DEI DRAGHI - IL DRAGO TOTEM SUPREMO

   Da tempi immemori le varie zone del Mondo furono demarcate dalle antiche popolazioni secondo gli animali che vivevano sul posto. Ogni zona era simbolizzata dal più potente e specifico animale come il leone, il toro, l’aquila, l’orso, il lupo, il serpente etc. All’infuori dei simboli essi erano dei veri totem, sacri e intoccabili. Questi animali, oggi quasi domestici, erano però nulla in comparazione ai loro antenati provenienti da remote ere geologiche frizzando l’era dei dinosauri di qui molte reliquie si perpetuarono nel tempo nelle cave profonde delle montagne. Il nome generico di queste fantastiche creature era quello di Draghi. Nelle leggende erano rappresentati con molte teste, alcuni con grandi ali e sputavano fuoco. Nel mondo esistevano due terre dei Draghi per eccellenza; una nei Carpazi dell’Europa dell’Est e l’altra in Cina.

Dragonul   Ecco ora una straordinaria e inaspettata scoperta fatta dall’universologo Vasile Droj negli anni ’80 del secolo scorso: I Monti Carpazi e il loro prolungamento non sarebbe altro che la forma classica di un Drago, (fig.1). Questo Drago esteso sull’Europa dell’Est ha il Corpo composto in gran parte dai Carpazi della Romania avendo la Testa nei monti Tatra in Ceco-Slovacchia mentre la Coda si prolunga parte in Serbia poi con i Monti Balcani in Bulgaria. La diramazione della coda si estende nel nord della Grecia fino al Bosforo in Turchia. E’ impressionate vedere sulla mappa dell’Europa, dove predominano indefinite forme montagnose, una sagoma cosi perfetta di un Dragone o più semplicemente di un serpente. In generale le montagne serpentesche sono molto rare nel mondo.

Dragonul   La terra della Romania è da molto tempo luogo prediletto dai ricercatori di antiche forme di vita. Qui, nelle cave protette dalle montagne, furono scoperti ambienti vergini e incontaminati da decine di milioni di anni. Di sicuro varie specie di dinosauri si sono perpetuate in tali posti e le leggende lo ricordano anche in modo colorito come il fuoco espulso dalla bocca. Questo fuoco non era altro che il gas fermentato nello stomaco dell’animale che si accendeva al contatto con le torce degli uomini. Nella lingua romena del posto i dragoni si chiamavano balaur e zmei. La parola “bal-aur” è suggestiva poiché bal vuol dire grande, gigantesco, mentre aur allude al dinos-aur (dinosauro). Non meno sorprendente è la leggenda, diffusa in tutto il mondo, che dice che i tesori d’oro sono sorvegliati da serpenti e dragoni. Ciò allude al fatto che i Monti Carpazi nasconderebbero qualcosa di straordinario; ricchezza e Sapienza nonché le Origini, sia dell’Uomo sia della Civiltà Umana. Non dimentichiamo che la parola “totem” viene da Tutto secondo il “codice linguistico ancestral universale”.

   LO STENDARDO DACICO VIENE DAL DRAGONE

   I tempi passarono e i draghi eredi dei dinosauri scomparvero anch'essi, il loro posto totemico preso da altri animali meno spaventosi come il serpente, il toro, il lupo e l’aquila. Anche i popoli cambiarono con il tempo e dagli Iperborei e superstiti dell’Atlantide Marnegrina si perpetuarono con il nome generico di “ramani” ossia quelli che rimangono sul posto come testimoni della vecchia “rimanenza dragonica”. Poi dopo molti millenni si arrivò ai geto-daci che in ricordo di tutto ciò scelsero lo stendardo a forma di testa di lupo e serpente in memoria della vecchia Rimanenza al tempo del Dragone. Perciò lo stendardo dei geto daci rappresenta il Dragone delle Origini.

   LA MATRICE DACICA DEL DRAGONE

Dragonul   Una scoperta archeologica di qualche anno fa a Sarmisegetuza-Regia in Romania, fatta da Vladimir Brilinskj, custode del sito, getta una nuova luce sulla remota esistenza dell’archetipo dragonico nell’Arco Carpatico. Nel sito archeologico di Sarmisegetuza–Regia, l’antica Capitale della Dacia, una terribile tempesta sradicò un albero sotto le cui radici Brilinskj scoprì una “matrice” esagonale in bronzo (Fig. 2) per la produzione di oggetti metallici. Tra varie matrici incise sul lato dell'esagono spicca la  rappresentazione di un drago raffigurato a forma di “S” al contrario (Fig. 3).

   È una prova inconfutabile del fatto che il simbolo araldico dragonico era di gran pregio tra i geto-daci, consapevoli che la sua forma sinusoidale rappresentava i Monti Carpazi (Fig. 4) nei quali essi vivevano.

   La presenza di due draghi espressi in positivo e negativo (ossia al contrario) sulla matrice (Fig. 5), al di là delle ragioni utilitarie potrebbe essere un’allusione alla loro sovrapposizione per formare la svastica vorticosa poiché il Bi-Dragone è il fulcro del vortice.

   IL PRINCIPIO DRAGONICO - IL DRAGO E IL SERPENTE KUNDALINI

   Ora nel nome generico del Dragone come parola e principio c’è un immenso bagaglio di conoscenze e saperi straordinari quasi completamente dimenticati, che però ripescati nel modo giusto aiuterebbero il completamento e l’Unificazione della Conoscenza. La nozione di “dragone” è di per se un Concetto e anche un Principio. Il concetto è quello di Potenza latente addormentata e come principio operativo indica il risveglio di tale potenza attraverso l’eccitazione, il colpo su di sé. Esso è un principio supremo della Natura originato e insediato nel più profondo delle creature. Nel midollo spinale e nel cervello degli esseri viventi. In Oriente nel campo pratico dello Yoga fu conosciuto come il serpente Kundalini che dorme arrotolato alla base della colona vertebrale e si alza se colpito. Con il suo risveglio tutti gli altri centri energetici o chakra della colonna vertebrale vengono riattivati. Il nome Kundalini viene dal scandire le seconde o “battere le seconde o scandirle”. Questo battere o provocare indica lo scandalo. Probabilmente non è un caso che le tre lettere K, N, D, presente in Kundalini sono quasi le stesse di quelle presente nel Dragone (drac in romeno). Nello stesso ordine d’idee il "codice linguistico ancestrale universale" rileva che la parola “kundalini” nasconde due tipi di serpenti o dragoni: KUNDA e LINI nel quale Kunda o Scunda è il colpo “scandalizzatore” FECONDO che “Face Onda” e LINI il minore che viene da Lento romeno “lin” e si riferisce come lento ma di lunga portata esprimendo la costanza. In variante dragonica DRA è forza dirompente, il fulmine di Indra, mentre AGON è lentezza, come nella parola “agonia”.

   Tutte le antiche mitologie, saperi, filosofie, religioni o pratiche mistiche furono dedicate a questo Principio universale innescatore, specialmente nella sua seconda veste: quella della sublimazione. In una parola il principio dragonico innescante si chiamerebbe “Esercizio” e nel suo nome é codificato l’effetto che dà per forza l’effetto dell’esercizio: la crescita. Il feedback semantico svela la misteriosa funzione: ESERCCRESC ossia Crescita. CRESCERE è sinonimo di ESERCITARE e l’Esercitazione porta per forza alla Crescita. L’eterno innalzamento del Disco solare di Ra e il perpetuo elevamento della sfera di Kepri, lo S.P.Q.R. dei Romani, la continua pratica e ascesi nello Yoga degli indiani, la continua osservanza degli antichi insegnamenti ebraici, le arti marziali cinesi, etc. esprimono lo stesso sforzo detto EXERCIZIO o SACRIFICIO ossia il “Sacro Facere”. Infine il simbolo archetipico per eccellenza dell’interazione dragonica è la Croce, due barre o forze che s’intersecano colpendosi l’un l’altra. Tra l’altro è il simbolo della Connessione Universale: “axis interagensis”. Da qui i due draghi sovrapposti che realizzano la spirale cosmica, il grande Vortice VORTEX che muove l’Universo.

Dragonul   Il primo rigurgito di tale manifestazione “dragonica” virtuosa nacque nella super tensionata catena dei Carpazi, nella Zona degli Iperborei, prolungandosi nel tempo in maniera tumultuosa con l’esplosione geto-dacica. L’evento ebbe un momento di sussulto e perfezionamento con i decenei, i grandi saggi, e l’avvento di Zalmolxis nome codificato, come “Zeul Maxim” in romeno Dio Maximo. Lo Zalmoxismo come principio rivelatore è molto più antico addirittura degli Iperborei, ma ebbe un eccezionale sussulto e ritorno attorno al quinto secolo avanti Cristo, quando un’ondata eccezionale di risveglio si manifestò su più continenti con l’apparizione di Lao Tze, Confucio, Buddha, Pitagora, Platone etc. La svolta di Zalmoxis fu così attraente che dopo secoli interessò persino Gesù Cristo, che nel periodo dai 6 ai 30 anni, quelli prima della predicazione, viaggiò per arrivare nei Carpazi, visitando i Monti Bucegi, sia per accedere alla Lingua delle Origini - il cui Verbo svelerà più tardi -, sia per seguire la via degli Ariani che arrivarono in India e fino in Tibet migliaia di anni prima, (in un prossimo articolo). Gesù Cristo porterà ancor più avanti l’innesco del principio dragonico portandolo fino alla resurrezione suprema per abbeverare tra l’altro anche l’assetato bisogno d’immortalità dei geto-daci, tanto impazienti da tirare persino frecce verso il cielo, dimora dei propri dei.

   IL DRAGONE DEI CARPAZI E L'EDEN BIBLICO

   L’universologo Vasile Droj ha dimostrato tante volte che le tracce di molte mitologie ancestrali portano inesorabilmente verso un unico punto da cui è nata la Civiltà, cioè la zona compresa tra Carpazi, Danubio e Mar Nero, da cui poi si è propagata in tutte le direzioni. Questa fu la culla degli Iperborei, qui ebbe luogo il Diluvio Universale (Mar Nero, Danubio, Atlantide Marnegrina, da qui partì l’immigrazione Ariana diretta in India, le spedizioni greche nella futura Grecia (ioni, dori e corinzi), da qui la discesa dei latini nel Latium (Italia), qui ebbe luogo Babele con la sua confusione delle lingue, da qui iniziò la discesa in Egitto, la pre-Fondazione di Roma. Quest’ avverbio di luogo “Da qui” infinitamente ripetuto diventò poi il nome della DACIA per ricordare il luogo della nobile stirpe dragonica, quella della vecchia RIMANENZA. D'altronde la parola stessa STIRPE vuol dire STARE PE o sul Posto, stare sopra. Anche il nome dei daci lat. dax-dacis è un attributo del Dragone come coraggio da dove audax audacis cioè audaci, coraggiosi.

   In fine l’osservazione di Droj che la forma generale dei Carpazi è quella di un Drago, cioè di un Serpente, ci fa ancor più ravvicinare al luogo dell’Origine Primigenia assoluta; l’EDEN che fu marcato proprio da un altro Serpente, quello che tentò Eva la madre di tutti gli uomini. Non solo ma la parola “serpente”, SARPE in romeno, è molto vicina a quella dei Carpazi, CARPA. poiché la lettera “S” s’imparenta con “C” vedi cento o Ciento (sp.) oppure nella lettera ”X” (= ics).

Dragonul   A comprovare che nei Carpazi del Dragone avvenne non soltanto l’inizio dell’Uomo (almeno biblico) ma anche quello della Civiltà, c’è anche la lingua. Questa volta si tratta della lingua delle Origini, la lingua universale che è la protolingua latina gemellata con il greco. I latini diventati poi romani provengono da quelle zone dove si parlava un latino primigenio e poi si stabilirono nel Latium (Lazio, in Italia). Non è un caso che la Bibbia fu scritta in latino e greco proprio come testimonianza di quelle origini. La Bibbia è ermeticamente codificata e ancor oggi nessuno riesce a decodificarla all’infuori di quello che scrive. Ecco un breve assaggio ancora molto lontano dalle profondità logico semantiche e ideative che la Bibbia contiene. EVA è UOVO o OVULO, è VITA, ADAMO è OMO (Ad Uomo), la MELA è il MALE, EVA, la donna che fa il danno, la femela che FA MALE mangiando la MELA che è il MALE ma poi la donna con il dono della vita si riscatta. Il MALE non è altro che “essere MOLLE”, restar nella MOLLEZZA. La Mela sta nel POMO che allude all’UOMO. E l’UOMO riporta di nuovo ad ADAMO che ha le sue MOLLEZZE. La decodificazione scorre incalzante in questo ritmo fino alla fine della Bibbia, ma nessuno se n’è accorto per migliaia di anni. Tutto ciò fu codificato nella lingua latina e greca e nello stesso tempo nella lingua romena (la lingua del posto) e guarda caso corrispondente proprio ai luoghi più segreti dei Carpazi, specialmente al centro, dove si trovano i Monti Bucegi. Ebbene qui si trova semanticamente e geograficamente il Pomo espresso dalla cima, ossia Virful OMULOM” ma anche la Sfinge che ha volto di OMO cioè di ADAMO. Su questo monte OM, l’UOMO ha mangiato dal POMO della Conoscenza. Sembra che la conoscenza non fosse quella adatta, e Adamo venne cacciato dall’EDEN. Per questo che seguì poi Babele, con la confusione delle lingue e specialmente dei saperi. Perciò occorre oggi ripercorrere la via a ritroso per scoprire le nostre Origini, non rifacendo gli errori del Passato. L’autore ha preparato tutto ciò all’interno dell’Universologia e dell'Universalogia, la scienza dell’Universale.

   Sfortunatamente nessuno sa cos'è e dove si trovi l’EDEN, però il “codice linguistico ancestral universale” scoperto dall’autore lo svela; EDEN = E’ DENTRO ossia dentro l’essere, dentro nella propria Interiorità, nella propria essenza, in una parola nell’INTerno. Quell'ENTRO, l’E’D-ENTRO vuol dire essere INTRE vivere in TRE in rumeno “a trai” cioè vivere. Il Tre era la Trinità che non si manifestava senza la pratica della DOTTRINA ossia DOCTRINA (=DOXA-TRINA) (la Conoscenza Triadica). C’è una stretta relazione tra Doxa e il nome latino dei daci audax-audacis. La DOTTRINA era trasmessa con la TRADIZIONE (=TRA Dictus) ossia quello che è stato detto o dettato sul “3”. E questo (“3”,=“TRE”) non era altro che la Triade e la Trinità. Ma poi tutto si è perso e oggi siamo in grande confusione. I Romani ripescarono in formule molti saperi e comandamenti dalle antiche origini semantiche e li applicarono almeno in massime e lapidarie riflessioni. Fu poi Gesù Cristo che riprese il tesoro filosofico linguistico delle Origini fondando sulla Parola la sua Religione. Egli fu costretto ad andare nei Carpazi, in Bucegi il “Luogo Originario” per abbeverarsi delle profonde e primigenie realtà semantiche proto greco latine che non si trovavano altrove. Molti studiosi si chiesero come mai i primi cristiani a Roma resistettero per centinaia di anni nelle catacombe e poi vinsero. Semplice, la loro linfa vitale era la lingua latina nella quale era codificato il loro credo. La lingua “originaria” in decodifica è un tesoro inesauribile di capacità conoscitive. Non è un caso che la parola LINGVA = LINFA.

   Che nei Carpazi del Dragone fu una Zona iniziatica straordinaria, un Polo della Grande Conoscenza, non c‘è dubbio poiché il monte sacro dei geto-daci chiamato Kogaion o Kogaionon si trova qui. La radice “kogaKogaion viene da cognosco e cogito indicando la Cognizione. I Bucegi erano non soltanto un Polo Energetico ma per eccellenza un Polo della Conoscenza dove spese volte si recava Apollo e poi scendeva in Grecia portato dai grifoni. E guarda caso il grifone è un genere di dragone e tutti due secondo la leggenda proteggono tesori. E’ ovvio che si tratti del grande Tesoro della Cognoscenza che Kogaion rappresentava e ancora rappresenta e non può essere altro che una Conoscenza Universale o “versatile”. La CO-GNOScienza non è altro che la GNOSI (conoscenza), il luogo, dove si unisce il filone greco con quello latino ossia l’ETIMOS incontra ALETHEA nella vecchia lingua della Rimanenza. I geti si spinsero cosi lontano da far riunire nella stessa parola il Cogito e la Coscienza nonché l’Essere attraverso la parola “cuget”. CUGET ossia CUGET vuol dire insieme “con il get”. Più semplicemente: con il pensiero “io cogito” à “cogito ergo sum E che sum? Sum get!

   Ora il tempo è corto. Occorre scoprire al più presto il Tesoro (“Theos Oro”) del Dragone Celeste che custodisce la Conoscenza degli Dei (“Gaselnita Gaselnitelor”) ossia la “Trovata di tutte le Trovate”. La Panacea è la PANAXEA (PANAX). La buona notizia è che la Trovata di tutte le trovate è stata trovata! L’Universalion esiste.

 

Roma 10.08.2017

 

Autore:
Vasile Droj

Fondatore Universologia

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

 

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