Traduttore di Google:


L'ESODO BIBLICO E L'OPERATO DI MOSÈ
(UNA TEORIA RIVOLUZIONARIA)

LOGOSTORIA
(LA LOGICA DELLA STORIA)

LA VERA IMPRESA DI MOSÈ

AUTORE VASILE DROJ UNIVERSOLOGO
Questo articolo come tutti gli altri del sito Universology.com è assolutamente originale.

L'esodo biblico e l'operato di Mosè   Riassunto: In conformità alla “Logostoria” (la logica della storia), i fatti, le imprese di Mosè e l’Esodo dall’Egitto sarebbero un può diverse ma non meno spettacolari e per niente contradittorie, lo sostiene il ricercatore Vasile Droj di Roma. L’Esodo, il passaggio del Mar Rosso, il fulcro dell’operato di Mosè, sarebbe il risultato di un super reflusso marino combinato con l’innalzamento del fondale marino che permesse agli israeliti di passare le acque. Su questa inaspettata possibilità di passaggio, Mosè concepì un piano straordinario di lunga portata nella quale utilizzò accanto all’astuzia, straordinarie armi contro il faraone. Il famoso bastone era un generatore scarica fulmini ma anche una baghetta di rabdomante per trovare l’acqua nel deserto, mentre l’Arca dell’Alleanza, un prototipo per convertire le straordinarie energie delle piramidi che gli stessi egizi dimenticarono. Non meno spettacolare e potente fu l’uso della polvere da sparo ottenuta grazie agli sperimenti alchemici del suocero Ietro. La polvere da sparo fu utilizzata sia alla moria dei pesci nel Nilo sia a intrattenere la “colona di foco” tra loro e l’armata egizia, e più tardi alla caduta delle mura di Gerico. Poi le stesse dieci tavole della Legge inserite nell’Arca non erano altro che “sparti acque armonici” ultra decimalizzati utilizzati per innescare le energie universalmente quantificate (vedi S.Q.U. il sistema di quantificazione universale).

L'operato di Mosè   INTRODUZIONE. I fatti contemporanei che succedono sono abbastanza chiari e probatori, però appena si va indietro nel tempo essi diventano più sfumati a tal punto che a distanza di centinaia e migliaia di anni rimangono appena semplici echi incisi nell’ambito di qualche mitologia. Gli antichi documenti come le sacre scritture e le cronache possono aiutarci ad avere un’idea però spesse volte dai gloriosi eventi non rimangono che poche parole, nomi di personaggi e luoghi, avvolte persino una sola parola come nel caso del leggendario continente scomparso Mu o Atlantide. Però, spesso da una sola parola o poche, si possono estrare più conoscenze d’interi libri se si usa il “codice ancestral universale”. Per esempio si è parlato tanto delle due isole mitologiche Scilla e Cariddi che oscillando stritolavano le navi che passavano tra loro. Impressionate è che nessuno si è accorto in migliaia di anni che Scilla altro non era che il verbo oscillare mentre Caribda alludeva al fenomeno rabdomante quello delle correnti di acqua sotterrane che i rabdomanti individuano attraverso un bastone di legno E come non meravigliarsi che la piccola isola Scilla allude alla più grande isola vicina Sicilia che anch’essa oscilla a causa del vulcano Etna. Sicilia = oscillazione. D’altronde in uno studio l’autore Vasile Droj dimostra colossali lavori geodetici effettuati da una civiltà remota sule coste sud pugliesi e siciliane fino alla Sardegna.*

   Molto molto tempo, fa ancor prima di Babele quando esisteva una lingua sapienziale regolata da un “codice di crittazione unico”, nel quale attraverso le parole si poteva arrivare fino ai più nascosti segreti della Natura e dell’Universo. In base a questo “codice” fu cifrata tutta la storia dei almeno ultimi 6 - 7000 anni per lo meno nei continenti: Europa, Assia e Africa del Nord. Persino il continente centro e sud americano furono influenzati. Questo codice fu scoperto recentemente (anni ’80) dall’universologo Vasile Droj ed è presente in modo probatorio in tutti i suoi scritti tracciabili anche sul sito web: www.universology.com. così come nei libri dello stesso autore.

   La Logostoria. Quando i fatti storici non sono coperti di attestazioni o queste sono rarissime o inesistenti, occorre per forza fare ricorso alla logica, alla ragione in generale. E’ ovvio che in condizioni identiche o similari di luogo, tempo e clima, i personaggi storici hanno agito similarmente come ai scacchi o nei percorsi logici di geometria e matematica. Per accorciare lo spazio in un rettangolo è ovvio che si utilizza la diagonale e non i cateti. Perciò coloro che avevano la logica più stretta e coerente vincevano e il loro operato e percorso storico è rintracciabile. Con la logica abbinata al “codice linguistico ancestral universale” si può rifare il percorso reale di molti eventi della storia, estraendo molta conoscenza e sapienza. Questo sistema logico applicato alla storia si chiama “Logostoria” o la “logica della storia” ed è una disciplina interdisciplinare. Il termine è coniato dall’autore V.D. Ecco ora come questa disciplina “logostorica” si applica ad un personaggio storico antico e alla sua storia del tutto eccezionale nonché agli eventi che ha generato. Si tratta di Mosè, colui che ha salvato il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto portandolo verso la “terra promessa” attraverso Mar Rosso aperto.

   LA STORIA DI MOSÈ, QUELLA PIÙ PLAUSIBILE

   Nella la storia quasi tutti i grandi condottieri iniziarono la loro impresa giovanissimi: Alessandro Magno, Annibale, Napoleone, Cristo, etc. Quelli più anziani che iniziarono tra 40 - 50 anni sono rarissimi ma nessuno come Mosè che iniziò il suo operato a 80 anni. A quei tempi si viveva sui 40 - 50 anni e Mosè si spinse all’avventura ai ben 80 anni e il suo fratello Aronne addirittura a 85 anni. Due vecchietti ottuagenari che con un bastone di legno minacciarono la più grande potenza di quel tempo, l’Egitto, un genere di America di oggi. In paragone ai nostri tempi, sarebbe come due vecchietti andassero nella potente America minacciandola e portar via gli afro-americani, e poi sprofondare in mare tutto l’esercito americano. Cosa inimmaginabile oggi.

   LE ORIGINI, L’ACQUA NEL DESTINO DI MOSÈ

L'esodo biblico   La leggenda di Mosè nacque dalle acque del Nilo su quale galleggiava una giunca con una cesta con un neonato salvato e adottato poi dalla figlia del faraone. Poiché estratto dalle acque il bambino fu chiamato Mosé. Molti miti fondatori si crearono sulle riva dei grandi fiumi e non poche grandi città stato furono fondate proprio su queste rive, come Roma, dove due bambini Romulus e Remus galleggiavano (56) anche loro su una cesta fermatasi sotto un Fico Ruminale, presso la tana di una Lupa, e cresciuti poi da Acca Larenzia. Simili miti fondatori circolavano già migliaia di anni prima e molti erano conducenti al grande fiume del Nord, il Danubio, conosciuto dai greci come Istero e dagli aborigeni come Pothamos (20) (Potammo, letteralmente acqua potabile generatrice). Poiché Potha= potabile e mos = generato o generatore, l’acqua del fiume era vista come santa ed era considerata potabile. I getto daci dalla Dacia bevevano l’acqua del fiume nella credenza che li rendeva immortali. Probabilmente quel “mos” presente in Pothamos con il significato di “generato ed estratto dall’acqua” è sinonimo al nome di Mosè. Praticamente tutto il destino di Mosè fu collegato all’acqua. Le affiliazioni di Mosè vis a vis dell’acqua sono vistose: estratto dalle acque da dove anche il suo nome, fuggito e stabilitosi sule rive del Mar Rosso, rabdomante ricercatore di acqua, il colossale passaggio del Mar Rosso, insanguinamento delle acque del Nilo, colpisce con il bastone la roccia e scorge l’acqua, etc, etc...

   MOSÈ CONOSCITORE DEI SEGRETI FARAONICI

   Vivendo alla corte del faraone il giovane Mosè ebbe accesso a molti segreti custoditi dai sacerdoti e dalle lor biblioteche. Nella profondità delle piramidi e dei sacri rotoli di papiro Mosè scoprì segreti terrificanti che gli egiziani del suo tempo dimenticarono completamente. Furono queste scoperte ed altre che egli utilizzò come armi nella pressione che fece sul faraone per rilasciare gli schiavi ebrei nell’intento di portarli fuori dall’Egitto. Sembra che Mosè trovò nelle piramidi. i piani segreti necessari a costruire l’Arca dell’Alleanza terribile strumento di guerra. Il secondo bastone di Mosè, quello che portava Arone, generatore di scariche elettriche, fu anche lui concepito dopo prototipi egizi dimostrandosi molto più potente, riuscendo a ingoiare le scariche minore (serpenti) dei sacerdoti egiziani.

   LA RIVELAZIONE SULLE RIVE DEL MAR ROSSO - IL “RITIRO DELLE ACQUE”

   Dopo che Mosè uccise un egiziano, fu costretto a fuggire nel deserto stabilendosi sulle riva del Mar Rosso dove restò per molti anni. Qui successe un fenomeno del tutto straordinario; un giorno le acque del mare subirono un tale eccezionale reflusso che fecero vedere in alcune porzioni il fondale del mare. In alcuni luoghi si vedeva il fondo in altre parti l’acqua aveva poca profondità mentre qua e laerano piccole isole in tal modo da poter passare dall’altra parte del mare. Arrivato dall’altra parte, Mosè rimasse sulla riva opposta finche un giorno ilfenomeno si ripete. Allora nella sua mente nacque una domanda; se le L'esodo biblicoacque subiscono un periodico ritiro allora quella porzione diventa un punto sicuro per attraversare il mare. Qui nasce l’idea geniale, quella di portare via dall’Egitto attraverso quel passaggio il popolo ebreo schiavo in Egitto. Per essere sicuro occorreva che il fenomeno si ripetesse anche altre volte. Mosè doveva restare e verificare la precisa periodicità del fenomeno perciò rimase molto tempo in quel posto motivo che spiega la sua ritardata impresa.

   Il passaggio del Mar Rosso in quella precisa porzione fu favorita non soltanto da un eccezionale reflusso ma anche dall’innalzamento del fondale marino del Mar Rosso in seguito a qualche grande terremoto. Quello che sappiamo e che a quei tempi eruttò il vulcano Santorini nel Mar Egeo che poteva aver modificato il fondale del Mar Rosso alzandolo in alcune porzioni. La felice combinazione: rialzo fondale marino e super reflusso  contribuì alla realizzazione della formidabile congettura che Mosè approfittò.

   Ora una domanda; se Mosè era così giovane (25 - 30 anni) all’arrivo sul Mar Rosso, perché allora ha aspettato 50 anni fino all’età di 80 per compiere il suo ritorno in Egitto? Semplice, egli era proscritto per l’uccisione dell’egiziano e l’amministrazione e la giustizia faraonica che usava la scrittura datava bene i fatti. Perciò Mosè per non essere riconosciuto doveva aspettare la scomparsa di tutta la sua generazione. Questo tempo gli permise di registrare la precisa periodicità del fenomeno del ritiro delle acque che probabilmente si ripeteva a molti anni di distanza. Anche questo lavoro chiese molto tempo al celebre esiliato che con la sua baghetta (bastone) percorse tutto il deserto sinaitico per individuare le risorse d’acqua e di approvvigionamento alimentare. Notificò tutte le risorse su le mape per riuscire a individuarle al suo ritorno dall’Egitto poiché migliaia di fuggiaschi dovevano essere rifocillati.

   MARCARE IL LUOGO DEL FENOMENO

L'esodo biblico   Molto importante per Mosè era la demarcazione del luogo dove era alzato il fondale marino e si “ritiravano le acque”, sia sulla riva del Sinai (per poter entrare in Egitto) sia sulla riva egizia per saper dove adunare il popolo e farlo attraversare il mare. Segnare il terreno era di vitale importanza poiché nel deserto uniforme non ci sono reperti o sono mobili poiché i venti spostano continuamente le dune cambiando il paesaggio. Sembra Che i segni sono rimasti fino ad oggi poiché due colone di pietra si alzano da una parte e dall’altra del Mar Rosso proprio su una spiaggia. Come la riviera montuosa è vertiginosa in quella zona, la presenza della spiaggia spiegherebbe proprio l’innalzamento del fondale marino che permesse agli ebrei di attraversare il mare abbassato grazie allo straordinario super reflusso.

   IL GRANDE PROGETTO DI MOSÈ

   Nei lunghi anni di solitudine nel deserto il giovane Mosè plasmò uno dei più audaci piani che furono ideati su questa pianeta e che soltanto l’eroe civilizzatore Rama con la conquista ariana dell’India, Abramo, Alessandro Magno, Annibale, Gengis Han, Maometto, Napoleone etc. riuscirono a competere. La differenza è che questi condottieri avevano a disposizione tutto mentre Mosè niente. Essi erano dei re possessori di interi reami mentre lui era un povero disperso nel deserto. Perciò per realizzare un così grande Progetto occorrevano dei veri poteri taumaturgici destinati soltanto agli Dei, oppure avere una perseveranza e perspicacia sovraumana. E Mosè ottiene tutto ciò con la fede nella sua Idea e la scienza di racimolare e assemblare passo a passo ogni cosa che serviva al suo piano. Perciò Mosè si mise a esaminare e assemblare tutto come in un enorme “puzzle”. D'altronde il suo nome è rilevante in questo senso e secondo la lettura “oroborica”, (un genere di feed-back semantico applicato al suo nome) rivela la relazione: MOSÈESOMESAME ESAMINA, che dimostrano la capacità di analizzare e sintetizzare bene le mosse. Una sola mossa sbagliata in confronto al gigante faraone poteva essere fatale. Interessante poi che il nome MOSÈ e quasi identico alla parola MOSSA. E Mosè fece mosse ammirabili e quasi perfette.

   Nella adempienza di queste super facoltà mentali Mosè fece il seguente Piano:

   LE ARMI SEGRETE ED I POTERI DI MOSÈ

   Per la realizzazione del suo “piano” quasi sovrumano, a Mosè occorrevano straordinarie armi e poteri persino taumaturgici. Le sue armi più potenti furono: il Bastone rabdomantico, il Bastone elettro magnetico, la Polvere da sparo e l’Arca dell’Alleanza etc.

   IL BASTONE - MOSÈ ERA UN RABDOMANTE

   Siccome tutta l’avventura di Mosè e del suo popolo avveniva nel deserto per il lungo periodo di 40 anni, l’acqua era vitale alla sopravvivenza e la sua mancanza poteva non solo compromettere la grande impresa ma far effettivamente sparire il popolo ebreo, perciò Mosè si addestrò volens nolens a trovare le acque sotterranee. Per questo egli utilizzò un bastone di legno, così come fanno i rabdomanti. In una parola Mosè diventò un vero rabdomante e il suo glorioso bastone non era altro che la “baghetta vibrante” la verga per individuare le sorgenti d’acqua. Vedi la famosa scena quando Mosè colpisce la roccia e l’acqua salta fuori.

   Mosè estremamente diligente e talentato sembra aver penetrato incredibili misteri riguardanti le energie che si cumulano e si sprigionano dalle acque, tutto poi amplificato dall’’effetto piramide”. Già dai tempi quando Mosè stava in Egitto, scoprì i straordinari e potenti fenomeni delle piramidi collegati all’acqua. D'altronde la piramide di Cheope fu costruita secondo le equazioni della formula dell’Acqua*. Si racconta che negli anni ’70 e ’80 in Romania furono eseguiti alcuni sperimenti sull’acqua in combinazione con la piramide che inspiegabilmente sprigionarono fulmini che uccisero alcuni ricercatori. Erano ricerche promosse da Ceausescu che cercava l’’acqua viva” per diventare immortale. Possibile che Mosè (120 anni) l’abbia trovata prima?

   IL BASTONE ELETTRO-MAGNETICO GENERATORE DI SCARICHE ELETTRICHE

   Le scritture bibliche narrano che i sacerdoti egizi per mostrare la loro potenza crearono dei serpenti che minacciavano Mosè che a sua volta buttando a terra il suo bastone lo trasformò in un serpente ancor più grande che ingoiò quelli del faraone. L’esplicazione sta nel fatto che i serpenti non erano altro che scariche elettriche che si manifestano zigzagando e producendo suoni sibilanti simili agli serpenti. D'altronde nell’iconografia murale egizia come quella di Dendera sono rappresentate istallazioni che producono scariche e non a caso sono rappresentate da serpenti. Il bastone di Mosè che era un generatore elettro magnetico ha prodotto una scarica più potente che attraverso il campo magnetico indotto ha ingoiato le scariche più debole dei sacerdoti. Il rispettivo bastone diventava un arma letale come la spada laser del film “Guerre Stellari”.

   LA POLVERE DA SPARO - L'OPERA DI IETRO

   Un'altra arma potente di Mosè fu la polvere a sparo. Dopo che il giovane Mosè attraversò il Mar Rosso, peregrinando nel deserto incontro in un oasi Ietro, un grande mago alchimista, la cui figlia Sephora poi sposò. Dal suocero Ietro, Mosè imparò molte cose, e unendo le loro forze e conoscenze riuscirono a debellare straordinarie forze che egiziani dimenticarono. Nei laboratori del mago stregone, dalla polvere del deserto realizzarono la famosa “polvere a sparo” utilizzando il salnitro. La polvere a sparo sarà poi utilizzata per fare la moria di pesci nel Nilo attraverso le esplosioni, a provocare e la nuvola di fuoco al passaggio del Mar Rosso, o per l’abbattimento delle mura di Gerico. E’ probabile che il nome di salnitro (SALN-ITRO) utilizzato per fabbricare la polvere da  sparo viene proprio dal nome di IETRO come SAL E DI IETRO.

   L'ARCA DELL'ALLEANZA

   Un'altra arma straordinaria, nell’arsenale di Mosè, fu l’Arca dell’Alleanza dottata di talli capacità distruttive da far impallidire molti armi moderne del XX imo secolo. Secondo la narrazione biblica l’Arca serviva a trasportare le Tavole della Legge che Mosè apportò dal monte Sinai. Sarebbe assurdo che le tavole di pietra portate dappertutto in guerra creassero tanta morte e sciagure agli nemici persino a provocare la caduta delle mura di Gerico. Allora da dove tutta questa terribile forza Dell’Arca dell’Alleanza? Una delle risposte verrebbe dalla linguistica che traduce la parola Arca come ”Chivot” (in romeno) alludendo così alla CAVITA’, che d’altronde l’Arca era. In altre parole; una cavità risonante. D’altronde il popolo cantava continuamente per caricarla con armonici di 432,6.. Hz. ai quali l’Arca era estremamente sensibile.

   L’Arca dell’Alleanza fu costruita di legno di acacia, da cui le appi producono il miele pesante di colore oro, ed era coperta di placche di oro poiché l’Oro esprime la rette cristallina cubica di cui la piramide di Cheope è l’espressione diretta e prodotto. Ecco come era costruita e come funzionava: il corpo dell’Arca ossia la scatola aveva proporzioni molto speciali tra lunghezza, altezza e larghezza per generare i rapporti di base su quali giravano quelli specifici sviluppati dal movimento delle 10 tavole all’interno dell’Arca. Nella cavità della scatola rettangolare c’erano delle tije che permettevano alle tavole di muoversi in traslazione per creare tra loro rapporti armonici non tanto vibratori quanto di un tutt’altro genere proveniente da un “sistema di quantificare universale” o dell’Universo. (vedi il “S.Q.U.” ossia il “sistema di quantificazione universale” scoperto da Vasile Droj nel lontano 1984). Perciò sul bordo superiore dell’Arca c’erano delle gradazioni numeriche indicative dove fermare e fissare le tavole per creare i micidiali fenomeni. C’è da affermare che le tavole della legge erano tagliate a precisione di decimi di millimetro e se fossero ricevute da Iahveh e extraterrestri allora esse avevano la super precisione di centesimi e millesimi se non milionesimi di millimetro, poiché il principio di funzionamento era quello delle “energie infinitesimal quantizzate”*.Tecnicamente il principio operativo era quello del “rettangolo faraonico” (60) detto anche “rettangolo dinamico” (63). D’altronde la scatola era rettangolare. Secondo gli effetti che si volevano ottenere avvolte si usava una sola tavola che slittava nel lungo della scatola avvolte due o tre tavole o di più. Perciò accanto all’Arca esisteva una scatola serbatoio a contenerle.

   LE PIAGHE D'EGITTO

   Le 10 piaghe che Dio scatenò attraverso Mosè nell’Egitto sono contenute genericamente nella nozione olocausto (totale castigo). Sorprende che Olo-causto è composto da holos gr. tutto, totale, e il lat. castigat, castigo, pena, insomma: “totale castigo”. Ancor più sorprendente è che la parola “olocausto” olo-caust à locuste è derivata dall’invasione delle locuste, la piaga più terribile che faceva morire di fame milioni di persone.

   Alcune piaghe dell’Egitto si spiegherebbero come effetto delle micidiali armi di Mosè. La moria di pesci potrebbe essere avvenuta dopo le esplosioni dal polvere a sparo nell’acqua del Nilo. L’insanguinamento delle acque del Nilo segue dopo una complicata operazione di illusione. Più di mille anni prima, il faraone Snefru (37) costruì una piramide romboidale a doppia pendenza che esprimeva di fato il grado di diffrazione dell’angolo di rifrazione della luce nell’acqua. Sembra che Mosè seguì questo angolo istallando sotto l’acqua luci di colore rosa che quando i raggi innescati dal basso toccavano la sotto superficie continuavano seguirla orizzontalmente sotto superficie dando l’impressione che tutta l’acqua era rossa. (Le straordinarie scoperte sulle 10 piaghe dell’Egitto saranno spiegate dall’autore Vasile Droj in un articolo separato).

   LA TACITA RIVOLTA DEGLI SCHIAVI EBREI
      MOSÈ IL MESSIA SALVATORE

L'operato di Mosè   La Logostoria dice che ancor più efficienti delle 10 piaghe fu la rivolta degli ebrei innescata da Mosè. Quando Mosè arrivò in Egitto egli non era conosciuto né agli ebrei nè agli egizi poiché nella sua mancanza (50 anni) da 30 a 80 anni morirono quasi due generazioni di uomini, e questo ci doveva perché se riconosciuto dagli egizi poteva essere arrestato. È possibile che Mosè nella sua giovinezza avesse un altro nome, ma poi alla suggestione di Ietro si fosse autobattezzato “Mosè” o Messia per suggerire agli ebrei dell’Egitto che era lui il loro Salvatore. Di sicuro Mosè fu predestinato a simile missione fin dalla nascita? Qualunque sia stata la situazione, il senso della sua missione fu codificata all’interno del suo nome poiché MOSÈ = MESSIA. Ecco quindi la suprema codificazione segreta che dovevano saperla soltanto loro: MOSÈ (MESSIA) = MISSIONE = MESSAGGIO. In altre parole MOSÈ era il MESSAGGERO che portava un MESSAGGIO (Progetto) ed aveva una MISSIONE da compiere. Il grande deterrente proposto agli schiavi ebrei era la promessa di una terra dove andare, chiamata appunto “terra promessa”. Sorprende il fatto che la parola promissione e promosso (Pro MOSO) contiene il nome MOSÈ e la sua MISSione. Questo era il contenuto del MESSAggio di MOSÈ, che doveva colpire l’immaginario ed il subconscio collettivo dei diseredati ebrei e avere grande successo.

   Con tutto ciò il piano di Mosè quasi fallì perché gli ebrei non volevano andare da nessuna parte, immaginati poi nel deserto e girare affamati per 40 anni. Il gran dilemma costava nel fatto che non si poteva spiegare loro il grande Piano perché se avrebbe saputo il faraone l’avrebbe annichilato, poiché aveva bisogno di lavoratori. Allora a Mosè non rimase che metterli gli uni contro gli altri innescando una ribellazione tacita. E persino questo non dette risultati scontati finche non entrò in azione egli stesso in persona con i suoi fedelissimi venuti dal Sinai provocando sabotaggi molto gravi. In tal modo mise gli ebrei e i egiziani davanti a fatti compiuti e irrimediabili, finche furono cacciati. Evidentemente tutto in massimo segreto. Mosè fecce così bene le sue mosse che appena alla fine quando i fuggiaschi erano quasi sulle riva del Mar Rosso il faraone se ne accorse dell’inganno e cominciò a inseguirli.

   LA FUGA NEL DESERTO - L'ESODO

   Prima di partire nel deserto Mosè chiese agli ebrei di prendere in prestito più oro possibile  persino rubarlo. Perché poi portalo in deserto dove non serve a niente? Nessuno lo sa ma la “Logostoria” o la storia logica dice che serviva a pagare i contrattori che Mosè reclutò negli ultimi anni nella penisola Sinai per approvvigionare il popolo, nonché per ogni altra necessità. Non solo ma l’oro serviva anche a costruire l’Arca dell’Alleanza che funzionava dopo la formula dell’Oro, la cubica, la stessa della piramide di Cheope. L’oro serviva anche a costruire specchi focalizzanti che concentravano i raggi solari sulle piastre da cucinare. I spechi dorati erano utilizzati anche a comunicare a distanza nel deserto (segnali luminosi) secondo codici saputi soltanto da loro.

   Cacciati dal Faraone i fuggiaschi ebrei arrivarono al luogo indicato da Mosè per passare il Mar Rosso. Intorno al luogo del passaggio gli uomini del grande Condottiero hanno scavato in anticipo uno, due, persino tre trincee semicircolari di difesa. Gli hanno imbottite di polvere a sparo e con frecce di fuoco le facevano esplodere davanti all’armata del faraone. Così si spiega la famosa “colonna di fuoco” interposta tra loro e gli inseguitori che impediva agli soldati di passare. Non solo ma quando le trincee bruciavano bastava buttare frecce che contenevano buste di polvere a sparo e le esplosioni non si fermavano.

   Aspettarono in quel semicerchio protettivo finche le acque si ritirarono e il popolo segui il tragitto marcato verso l’altra sponda del mare. Quando Mosè visse passare i suoi sull’altra riva e capì che le acque ricominciavano ad alzarsi, segnalò tramite gli spechi agli arcieri che alimentavano la colonna di fuoco di ritirarsi e lasciar passare gli soldati egiziani pesantemente armati che in poco tempo furono sommersi dalle acque del flusso in crescita. Gli soldati egiziani perirono perché non conoscevano dal vivo il flusso-riflusso del mare per ritirarsi in tempo e poi non sapevano nuotare poiché il Nilo era infestato da coccodrilli e ippopotami. Da precisare poi gli soldati non avrebbero potuto seguire i fuggiaschi perché su quei chilometri di acqua ritirata tra le due sponde, tra isolotti esistevano anche porzioni lunghe di decine e centinaia di metri profonde di molti metri che i fuggiaschi gli hanno passati con l’aiuto delle corde ancorate sulle isole, fune poi tagliate per non usarle i soldati egiziani.

   Questo fu il grande Esodo rimasto nella storia ed è sorprendente che la parola Esodo è così vicina alla parola esondazione, cioè sommerso dalle acque (flusso). Quella lettera ”n” nel esondazione allude alle onde che sommergono. Sarebbe un omaggio semantico quasi etimologico? Questo straordinario passaggio delle acque è stato immortalato nella parola “pesaq” (ebr.) letteralmente “passa acqua” rimasta anche nella tradizione cristiana come pasqua. D’altronde cronologicamente e scientificamente si è provato che quasi tutte le pasque cristiane sono piovose. Il piccolo passaggio del Mar Rosso non è soltanto un passagino ma una vera strada poiché l’Esodo in greco è Exhodos ossia EX–HODOS dove hodos è Via, Cale, Strada. EX nell'Exodus vuol dire fuori, ossia “la Via fuori dall’Egitto”.

   LA MAPPA CON LE ROTTE DA SEGUIRE, LE BASI e LA TERRA MADIAN = MEDIAN(O)

L'esodo biblico   Una volta che attraversò il Mar Rosso arrivando alla casa del suocero Ietro, Mosè intraprese molti viaggi in tutta la penisola Sinai per individuare i posti dove bivaccare i futuri fuggiaschi, trovare con il suo bastone rabdomantico le acque sotterranee e marcare bene le sorgenti nonché individuare le migliori rute da seguire. Tutto questo doveva essere realizzato prima del ritorno in Egitto per adempiere la sua missione avendo in possesso la mappa completa di tutte le risorse e degli eventi da compiere. Non meno importante fu quella di osservare le nuove terre dette “promesse” con le loro città, gli uomini e gli eserciti da combattere nel prossimo futuro. Queste terre diventeranno la così detta “Terra Promessa” riservata loro da Dio secondo il grande Progetto di Mosè, che presto metterà in pratica una nuova religione. Il luogo logistico di passaggio e preparazione si chiamava Madian quasi predestinato linguisticamente poiché radice delle parole median o terra mediana, mediare da dove mediare.

   JEHOVAH, LA NUOVA RELIGIONE INVENTATA DA MOSÈ

   Gli ebrei schiavi nell’Egitto per 400 anni dimenticarono del tutto la loro religione dedicandosi ad altri dei che trovarono nel paese dei faraoni. Mosè si accorse che il politeismo non va bene per il suo grande Progetto che mirava l’Unificazione del popolo ebreo e che il politeismo allontanava i nuovi arrivati dall’Unità di pensare, sentire e agire efficientemente. Occorreva una fede unica, perciò Mosè pescò e sistemò, sempre dall’ Egitto, l’altra parte buona della religione egizia, quella unitaria inneggiante agli supremi dei: Ra, Amon, Aton, ibridandoli alle precedenti credenze abramitiche, etc. Questo ultimo dio, Aton, fu venerato in Egitto quassi quasi nello stesso periodo dell’Esodo ed era un “dio di sorgente geometrica” affine all’Intelletto. Occorreva del Monoteismo per forgiare il nuovo popolo e farlo piaciuto davanti a Dio. Allora Mosè fece una felice sintesi tra il Padre primigenio degli ebrei, Abramo, e il dio egizio Ra rafforzando il concetto di ISRAEL. Abramo ossia AB-RAMA vuol dire ABA RAM ( Padre RAM) allusione al grande eroe civilizzatore RAMA padre di molte nazioni” dal quale discesero dodici tribù o “rami” vedi: Indiani e Rama, egizi e Ramasse, Ebrei e Abramo, Romani e Romulus e Remus etc.
In tutti quei cinquanta anni dopo il suo passaggio del Mar Rosso più altri quaranta anni dopo l’Esodo del popolo dall’Egitto e il lungo giro per deserto del Sinai, Mosè ebbe tutto il tempo di concepire e forgiare una nuova religione. E fu la religione di “Iahveh” attraverso quale recuperò il supremo principio “Iod-He-Vau-He” apportato da AbRamo in un perfetto sincretismo con quello egizio di Ra-Amon e specialmente Aton. L’ibrido miscuglio: abramitico-egizio consegnerà definitivamente anche il nome del popolo ebreo proveniente dalla parola ibrido greco hybrido. Questa “ebbrietà” almeno nella contemplazione alluderà ad una permanente ebrietà, ebrezza nel contemplare Dio Iahveh specialmente nella sua veste linguistico geometrica. Da questo permane travaglio si forgeranno diverse scienze come Kabalakh (i tre corpi: Ka-Ba-Akh-ossia il Kubo), il Talmud (Tal Mud) ovvero mediare attraverso il TAL o TIL il soTTILe cioè le LETere (latine pre fenicie) che splendevano in IOD-HE-VAU-HE, poi nella Sefirot (Sefi-Rot) ossia il “Soffio che ruota” per generare la Sophie, la grande Sapienza. Poi la Ghematria, la Geometria di tutto ciò ed in fine la Torah (Tor o Rot ossia Ruotare il Ruah cioè lo Spirito. (Spi-Rit = Ruotare la SP*). C’è da chiedersi se la parola “scelto” nell’espressione “popolo scelto” non derivasse per caso da: culto, qualità, élite, altare, ultra, oltre, lettera, in una parola quello che esprime i lati e le latitudini del ricettario latino che va indietro attraverso Mosè e Gesù Cristo fino ad Abramo e Iahveh.

   Tutte queste meravigliose scienze furono codificate in un rigoroso “codice pre fenicio - greco - latino” di sorgente abramitica il cui sacro senso originario fu perso molto prima di Mosè ma specialmente poco tempo dopo la morte di Mosè e il popolo di Israele non l’ha mai ripescato nella sua genuina origine. Un nuovo sussulto ebbe più tardi nel tempo di Gesù Cristo quando iniziò la nuova religione della PAROLA ideata proprio per scoprire la grande Sorgente Universale dimenticata. In quanto Mosè egli visse circa 1250 anni prima di Cristo più o meno ai tempi del faraone Akhenaton (monoteismo, copiato?). Proprio dintorni a quei tempi risorgeva il “tecnicismo” vedi l’Arca dell’Alleanza e le bizzarrie della cultura Terra Mare (31) in Italia con le macchine volanti (32). Il principio monoteistico fu disceso da Abramo dalle latitudini nordiche iperboreiche in memoria dell’eroe civilizzatore Rama. Un rigurgito tardivo riecheggia più tardi cinque cento anni prima di Cristo con il dio Zalmoxis (Zeul Maxim) dei geto daci dei Carpazi (l’attuale Romania).

   PERCHÈ POPOLO SCELTO ED ELETTO?

   In quanto l’espressione “popolo scelto”, essa non è messa in discussione poiché aldilà della pronia divina il popolo fu “scelto da Mose” in persona uno ad’uno e istruito sul lungo percorso dei quaranta anni di peregrinaggio nel deserto. Mose ha scelto, eletto e istruito i nuovi guerrieri per conquistare le potenti città della Palestina. Palestina, Pale-stina = “i vecchi che stano là” poiché paleosgr. è antico, vecchio, mentre stina è il latino stare sul posto.

   Per essere popolo scelto devi possedere una grande cultura, avere un culto ed essere di grande qualità, e avere un’élite. cose che Mosè si prodigò imporre al suo popolo. C’è da chiedersi se la parola “scelto” nell’espressione “popolo scelto” non derivasse per caso da: Culto, Cultura, Qualità, Élite, Eletto Altare, Ultra, Oltre, Lettera, etc. In una parola quello che esprime i lati e le latitudini del ricettario latino che va indietro attraverso Mosè e Gesù Cristo ed Abramo fino al primo RAMA. Persino il trafugo troiano Enea il fondatore del Popolo Romano (56) appellò al grande “ricettario e manuale per le fondazioni” di Rama e AbRama dedicato alla Fondazione di nuovi popoli e stati. E Mosè seguì la stessa via e lo stesso ricettario. Tutto ben spiegato nel libro di Vasile Droj intitolato “Utopia Concreta - Lo Stato Ramano delle Origini”.

   PERCHÈ DIO DEGLI ESERCITI?

   L’espressione “Dio degli eserciti” utilizzata tanto nel Vecchio Testamento si riferisce alla continua esercitazione del popolo nelle arti militari nella battaglia per conquistare la Terra Promessa. Tutto compresso nei quaranta anni di peregrinazioni e esercitazioni nel deserto e poi altri di combattimento reale per la conquista delle città nemiche.

   Nelle narrazioni avvenute nei testi sacri appare il nome di un Dio come Savaot, probabilmente  allusione alla terribile arma dell’Arca dell’Alianza (il “Chivot”) come già detto prima. Tenendo conto che la lettera “S” di Savaot è traducibile alla lettera “C” di Chivot il significato guerriero è evidente.

    LA SQUADRA E I SUPER SERVIZI SEGRETI DI MOSÈ - IL MOSSAD ANTICO

   Per realizzare un progetto così grandioso, Mosè aveva bisogno di una squadra affidatissima e ben istruita. Una sola mossa sbagliata e il faraone avrebbe capito il piano e impedito l’Esodo. Mentre Mosè operava davanti al faraone, i suoi uomini già preparavano le fasi del passaggio del Mar Rosso riattivando l’approvvigionamento e le retrovie di fuga. Accanto a questa squadra egli costituì un'altra ancor più fedele e segreta che sorvegliava la prima. Un contributo assai difficile di questa squadra fu la sottile sorveglianza delle città nella Terra Promessa (Palestina) che dovevano essere presto conquistate. A Mosè arrivavano rapporti continui su ogni dettaglio dai muri delle città nonché ad ogni mossa de nemici. Fu davvero straordinario tener segreto a queste città il fatto che accanto a pochi chilometri nel deserto si forgiava un popolo armato pronto a conquistarli. E nessuno se ne accorse per quaranta anni. Sicuramente l’attuale servizio d’intelligence israeliano il Mossad é un ecco lontano al più efficiente servizio segreto dell’antichità, quello di MOSÈ, da dove anche il nome di Mossad (anticipare le Mosse del nemico).

   LA MANNA DAL CIELO – L’APPROVVIGIONAMENTO

   Si è parlato molto di come hanno potuto sopravvivere gli ebrei per quaranta anni nel deserto. La risposta sta nell’preveggenza e nell’astuzia d Mosè e nelle abilità alchemiche di genero Ietro grande mago. Mosè mappò tutte le risorse del deserto e istituì una squadra segreta di approvvigionamento. Il popolo non doveva sapere che a pochi chilometri finiva il deserto poiché molti avrebbero fuggito e la conquista delle nuove terre sarebbe fallita. Di notte e di giorno gli approvvigionatori acquistavano cibo e poi lo buttavano dal alto dietro una tenda dicendo che è cibo dal cielo mandato da Iahveh.

   Un'altra meraviglia di Ietro il suocero di Mosè fu la “mana”, il cibo inviato da Iahveh dal cielo secondo il testo della Bibbia. Però con tutto il rispetto, Iahveh aveva tutto altro da fare in quei 40 anni e perciò delegò ancor prima a Ietro grande chimico, alchemico l’idea di creare un composito di batteri, azimi e spore commestibili che lievitavano e con la con la condensazione dei vapori atmosferici notturni si moltiplicavano generando un genere di pane.

   Questa fu la straordinaria storia segreta di Mosè e l’Esodo degli ebrei dal Egitto. Senza Mosè il popolo ebraico oggi non esistesse o almeno come lo conosciamo noi. Perciò le grandi intelligenze servono oggi ancor di più poiché la situazione attuale e quasi senza uscita. Solo loro hanno le soluzioni e la determinazione.

   LA MOVIOLA DEL TEMPO

   In breve e per correre veloce: Mosè, cresciuto alla corte del Faraone, accede ai dimenticati misteri antichi egizi che utilizzerà poi contro il Faraone per portar via gli ebrei. Fuggito sulle rive del Mar Rosso assiste ad un fenomenale riflusso delle acque in una zona di rialzamento del fondale marino, passando le acque sull’altra riva dove il fenomeno si ripete dopo anni. Nasce l’Idea del grande Piano quello di portar gli ebrei fuori dall’Egitto attraverso quel tratto. Marca il luogo e parte a trovare tutte le risorse d’acqua con il suo bastone di rabdomante, mettendo tutto sulla mappa. Mosè incontra il mago Ietro ed insieme prepararono le armi: un Bastone elettromagnetico, la polvere da sparo, l’Arca dell’Alleanza e la Manna per sopravvivere etc. poi torna in Egitto attraverso lo stesso ponte marino. Aizza il popolo ebreo contro il Faraone per essere cacciato nel deserto cioè verso il passaggio segreto. Con le sue spettacolari armi provoca le 10 piaghe sull’Egitto e una volta cacciati arrivano al luogo marcato del passaggio dove con la polvere a sparo creano una colona di fuoco e fumo di protezione contro i soldati. Il tempo del passaggio ben calcolato fece che le truppe egizie perirono nelle acque. Per i quaranta anni consecutivi fa girare i fuggiaschi dall’Egitto fino alla loro scomparsa e la formazione di un nuovo popolo istruito e guerriero capace di conquistare le città della Palestina. Creò addirittura per popolo secondo un ricettario preabramitico e contenuti egizi la nuova religione di Iahveh.

   L'ESEMPIO DI MOSÈ

   Oggi  nella sua confusione generale l’Umanità ha disperato bisogno di un “nuovo Mosè” che la tiri fuori dall’ignoranza e dalla stagnazione e che la porti verso “nuove terre promesse” anzi “nuove terre e nuove cieli”. =  le terre rimane una espressione pero “nuovi cieli” qui sta il segreto = nuove conoscenze nuovi orizzonti verso l’Universalità = la Nuova Terra Promessa che lo tiri fuori dall’Ignoranza e lo porti nella nuova terra delle soluzioni delle formule universali verso l’eterno Dio Universale. Una versione sola quella vera ed esatta Univers ⇔ Servinu = Servire l’UNO osservando, perseverando e conservando. La storia cambia soltanto quando intervengono i grandi uomini. All’infuori di ciò la storia scorre ma non scrive pagine.

   Gli ebrei schiavi dell’Egitto dimenticarono i loro dei tra cui il Dio unico di Ab-Ramo, perciò Mose doveva rieducarli e istruirli nel deserto prima della grande impresa della conquista, addirittura crearli riflessi guerrieri aggressivi e no una mentalità di schiavi come furono in Egitto. Gli doveva essere chiara l’Idea di come si forgia una nazione, una religione e uno stato. Una cosa simile fecero poi i romani seguendo il piano di Enea con l’applicazione della formula: S.P.Q.R. (34). Oggi al mondo moderno specialmente all’Europa servirebbe un ideatore geniale e legislatore para eclettico come Mosè per traghettarla fuori dalla Crisi. Servirebbe si uno simile ma anche uno molto diverso poiché i problemi in 3.500 amni si sono cumulati a dismisura e soltanto un super genio avrebbe le soluzioni globali. Dalle terre promesse ai Cieli promessi” questa è la Via. La terra è soltanto un luogo fisico limitato mentre il Cielo è lo Spirito Infinito, il Mondo Spirituale. Parafrasando si potrebbe dire che “la nostra Patria non è questa terra ma il CIELO”. Oggi le Terre esprimerebbero i populismi e i nazionalismi mentre il Cielo è l’Universale, l’Universalità, anche lo Stato, in primis uno “stato d’essere” superiore che splende in uno Stato ideale e perfetto.

   La scelta di Barabba in confronto a Cristo da parte del popolo ebreo fu anche il riflesso di un ancestrale un richiamo all’opzione militare come eco alle imprese di Mosè. Non hanno però capito che il sacrificio di Cristo come figlio dell’Uomo indicava il fatto che accanto alla risurrezione divina c’era anche una resurrezione umana. D'altronde Gesù ricorda Mosè quando parla dell’alzamento del serpente di rame nel deserto. E proprio dall’unione dei due nasceva il concetto dall’eterno “coincidentia oppositorum”, l’unione dei contrari, ossia la croce: Theo + Anthropos. Ecco perché Gesù fu nominato “Figlio dell’Uomo”, anzi si nominava lui stesso così perché sapeva quello che dice. A molti sembrerà dissacrante ridurre il ruolo di Dio nell’intera avventura dell’Esodo e mettere tutto sulle spalle di Mosè ma non è così anzi il contrario, perché ci siamo davanti all’apoteosi delle capacità umane che toccando il sovraumano frizzando il divino. Dio sempre si è manifestato attraverso gli uomini e non dimentichiamo che il sacro hieros è quasi sinonimo heroe, eroe. Questa è la herarchia, la gerarchia delle cose. Così come Cristo fu figlio di Dio ma anche figlio dell’Uomo nello stesso modo, Mosè intraprese un Opera Divina in pura veste Umana. E questo fa la sua impresa ancor più impressionate poiché realizzata nella realità e nei più piccoli dettagli da un UOMO in un stremate arco di tempo (80 anni). Ecco perché DESTINO è sinonimo di DISTANZA che percorre soltanto colui che si DESTA.

   Infine l’intera opera fu anche il frutto di una cooperazione umano-divina (extraterrestre) nella quale Mosè seguì accuratamente le indicazioni venute dall’alto: <<Fa ogni cosa (dice Iahveh a Mosè) seguendo il modello che ti è stato mostrato sul monte>> (Esodo 25:40) Fu tra le poche volte nella storia conosciuta almeno quella scritta (vedi anche vimana che energie e formule sovraumane furono divulgate alla rasa umana che poi tanto velocemente si persero poiché l’uso di energie trans normali è severamente vigilata e accordata soltanto ad alti scopi morali. Oggi l’Umanità non ha acceso alle energie cosmiche diffuse malgrado tutte le diavolerie tecnologiche incapaci a cattarle, però sorprendente soluzioni potrebbero arrivare attraverso soli uomini come Mosè (tutto in un altro articolo).

Roma 07.02.2018

 

Autore:
Vasile Droj

Fondatore Centro Universologico di Roma

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

 

Torna in Home Page Torna


Copyright © Edizioni Universology 2000-2022

Copyright © Vasile Droj 1975-2022