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L'ESAGONO DI SATURNO

ENIGMA RISOLTO

UNIVERSALOIDI ALL'ORIGINE DEL CICLONE ESAGONALE

FENOMENI ATMOSFERICI GEOMETRICI ANCHE SULLA TERRA

AUTORE VASILE DROJ UNIVERSOLOGO
Questo articolo come tutti gli altri del sito Universology.com è assolutamente originale.

 

   Il gigantesco esagono presente su Saturno lascia sbalordita la comunità scientifica internazionale. Difficile spiegare il colossale ciclone con i suoi latti geometrizzati. Una soluzione arriva dal ricercatore trans disciplinare Vasile Droj che ha scoperto e sperimentato il fenomeno dei vortici ruotanti con tendenze geometrizzanti come quello saturniano. All’origine del fenomeno si troverebbero i famosi “universaloidi” vorticali generatori di aggregazioni che in condizioni speciali creano forme geometriche di carattere sintetico, al contrario di quelle analitiche dei frattali. L’autore dimostra che l’inquietante fenomeno saturniano inizia ad affermarsi di recente anche sulla Terra con delle inspiegabili “linee rette nell’atmosfera” lunghe anche una decina di chilometri come quella filmata dall’autore sul cielo di Roma.

L'Esagono di Saturno   Nel nostro sistema solare persiste un fenomeno naturale impressionante e inspiegabile mai visto finora. Si tratta di un gigantesco vortice presente al polo nord del pianeta Saturno. Quello che sorprende e lascia sbalorditi è la forma di questo ciclone, un puro esagono.

   Due cose sfuggono a ogni ragione, almeno terrestre, le dimensioni e la durata del fenomeno. I lati del colossale esagono hanno dimensioni paragonabili al diametro terrestre (12.700 km.). Il fenomeno dura da almeno trenta anni, quando fu osservato dalla sonda Voyager, ma potrebbe essere molto più vecchio, centinaia, migliaia se no milioni di anni, addirittura potrebbe condurre alla nascita del pianeta Saturno. E non sarebbe una supposizione azzardata poiché il centro dell’esagono è situato sull’asse di rotazione del pianeta che potrebbe esser la stessa da miliardi di anni.

   Quello che scandalizza astronomi e astrofisici di tutto il mondo è la pura forma geometrica del ciclone e la natura sconosciuta dell’energia che lo genera. Ci lascia sbalorditi il fato che malgrado la veloce rotazione del pianeta con venti a 400 chilometri orari, le particele gasose si dispongono in linea retta per migliaia di chilometri e poi subito cambiano direzione per costituire un altro lato rettilineo per altri migliaia di chilometri. Poi come dalle mani di un architetto, il ciclo poligonale si chiude perfettamente con sei lati tutti uguali. All’interno dell’esagono si trova un punto centrale situato a uguale distanza dai lati. È l’occhio del ciclone.

   INTERROGAZIONE

   Aldilà dell’impossibilità attuale di spiegare il fenomeno alcune osservazioni logiche sono necessarie. L’esagono è centrato sull’asse di rotazione del pianeta e perciò il fenomeno appartiene ai vortici assiali. Ma la contradizione sta nel fatto che al polo l’amplitudine e la velocità di rotazione sono quasi nulle. Una superficie di pochi metri fa una rotazione attorno all’asse quasi impercettibile, persino centinaia di chilometri sono insignificanti accanto alla bestiale velocità equatoriale di Saturno con un raggio di molte decine di migliaia di chilometri. Allora da dove questa enorme energia al “polo” concentrata nel centro dell’esagono? Per dare una soluzione accorerebbe almeno un altro elemento d’interazione come per esempio una stratificazione disgiunta e opposta al senso di rotazione della massa gasosa, oppure una stratificazione di natura diversa. Semplicemente, due strati di rotazione opposta e di temperature diverse il cui effetto produrrebbe energie turbionaria simile agli uragani terrestri creati dall’incrocio di due fronti di aria calda e fredda. In condizioni speciali attorno agli occhi di conversione dei cicloni si formano strane figure poligonali specialmente esagoni.

   NUOVA TEORIA - DIMOSTRAZIONE E SPERIMENTAZIONE

L'Esagono di Saturno   Negli anni 1992 - 1993 l’universologo Vasile Droj fece una interessante scoperta; centrando faccia a faccia due movimenti ruotanti contrari se ne accorse che essi generavano nel loro centro di contatto un terzo movimento, di sintesi, con tendenze geometrizzanti. Le tendenze sintetiche geometrizzanti erano generate da un centro puntiforme che si allargava man mano componendo dei poligoni: triangoli, quadrati, pentagoni, esagoni, eptagoni, ottagoni, nonagoni e decagoni. Proprio come le dieci cifre del sistema numerico decimale. In questo strano fenomeno, attorno ai puri poligoni in movimento si auto organizzavano anche altre figure concentriche che poi diramavano verso la periferia. Per la loro universale espressione Vasile Droj gli chiamo “Universaloidi”, “Archetipi dinamici” ma anche “Mandaloidi” per l’assomiglianza con i Mandala orientali. Interessante il fato che tra le dieci forme l’esagono era il più frequente. D’altronde la frequente cristalizzazione dei fiochi di neve a rete esagonale è indicatoria e può anche condure a suppore la presenza dell’acqua o del ghiaccio, difuse tra i gas del pianeta Saturno.

   Per realizzare l’esperimento della “geometrizzazione vorticale”, Vasile Droj utilizzò sia movimenti meccanici granulari, composti di graminacee, sabbia, acqua, sia grafi lineari come bare equidistanti (inter ruotanti), sia campi elettromagnetici specialmente otto-elettronici. I migliori furono questi ultimi. La rispettiva energia vorticale “auto strutturante” la chiamò anche “energia auto strutturante”, “mandala dinamico”, “archetipo di luce”, “luce sintetica”, “atomo informatico” etc.

L'Esagono di Saturno   Gran parte degli “universaloidi” di Droj è composta di tre strutture cooperanti: un Centro generatore, detto “buco bianco” che espelle l’energia che regola le disponibilità geometriche, una Ragnatela geometrica e in fine un Campo protoplasmatico rotondo disposto in periferia. Anche il super ciclone esagonale di Saturno presenta un Centro che è l’occhio del ciclone, poi una parte geometrizzante esagonale e in fine una parte esterna rotonda e di colore più scuro. Nei filmati sperimentali dell’universologo fatti nel 1992, si osserva che tutta la struttura dell’universaloide si auto genera e alimenta dal suo Buco centrale, producendo continuamente cerchi che allargandosi a man mano, passano in esagoni o altre figure geometriche. Queste figure si estendono poi velocemente verso la periferia nella quale si dissolvono mentre altri piccoli esagoni partiti dal Buco occuperanno il loro posto. Negli esperimenti il fenomeno è veloce e gli esagoni si auto consumano in pochi secondi ma alla scala planetaria la consistenza di un solo esagone può durare decine di anni, secoli se non millenni. Secondo gli esperimenti sugli Universaloidi l’attuale esagono presente al polo Nord di Saturno si sposterà lentamente verso la periferia, diventando sempre più rotondo per frantumarsi e scomparire nella periferia del Campo del Mandaloide. Nello stesso tempo dall’Occhio del ciclone si svilupperà un nuovo cerchietto che allargandosi diventerà un esagone perfetto per finire poi divorato dal Campo periferico dell’enorme Universaloide. Se il sistema subirà interferenze a livello planetario allora il ciclone sarà alterato generando un ‘altra forma di manifestazione. Se il fenomeno di Saturno sarà messo su osservazione e precise misurazioni si potrà con l’aiuto della simulazione computeriale e dell’’Archivio Universaloidi”, sapere che forma prenderà in futuro.

L'Esagono di Saturno   In precedenza è stato dimostrato che il processo di formazione degli universaloidi è il risultato d’interferenza di almeno due campi ruotanti contrari che sotto un’enorme torsione stringono e costringono il loro centro di contatto ad innescare un’energia che si autogenera e crea nuove forme di esistenza e di manifestazione. Di sicuro una buona definizione del processo e del suo risultato potrebbe essere quella di Stringa poiché stringe due realtà “contro-rotanti” a creare una nuova realtà prima inesistente. Le ultime teorie cosmologiche affermano che il nostro Universo potrebbe essere nato proprio dall’incrocio di due simili placche precedenti al Big-Bang.

   UNIVERSALOIDI, LA CHIAVE DELL'ENIGMA

   La scienza attuale non è a conoscenza del fatto che i Vortici che stanno all’origine della creazione dell’Universo, in condizioni del tutto speciali generano figure geometriche consone alle leggi della Natura. D'altronde la trasposizione in materia di molte equazioni matematiche e di valori numerici speciali s’intreccia con le disponibilità geometriche universali. Proprio queste virtù permettono alla scienza di trasporre in realtà formule ed equazioni che diventano poi tecnologia.

   La predisposizione geometrica è presente persino tra le stelle che non stanno a vanvera lassù, ma si distribuiscono secondo rette del tutto ordinate, sfortunatamente ancora non percepite da astronomi e cosmologi. L’autore dimostra non soltanto l’onnipresente, quasi cristallina disposizione stellare in rette, ma scopre straordinarie composizioni geometriche nelle costellazioni come quella di Orione. La tendenza geometrizzante si estende persino all’interno della galassia, dove impressionanti composizioni geometriche stellari di migliaia di stelle, compongono vere strutture artificiali come quelle dello Stellarium. L’universologo Vasile Droj chiamò Astrosophia questa misteriosa scienza della distribuzione delle stelle sulla volta celeste. Probabilmente gli antichi sapevano qualcosa quando usavano le espressioni: “leggere nelle stelle” o “è scritto nel cielo”.

   Di sicuro una tale remota Super Conoscenza Uranica del cielo discenderebbe direttamente dall’Era uranica di Uranus che si tramandò in quella di Kronos per essere cambiata con quella di Zeus e arrivare in fine alla nostra era tecnologica. L’assomiglianza fonetica Urano-Orione fa dedurre che ancor prima dell’Era Uranica fu un Era Orionica e che la colonizzazione e la civilizzazione del nostro Sistema Solare iniziò dalla costellazione di Orione. La costruzione di piramidi su tutta la Terra fu una conseguenza imitativa del modello piramidale iscritto nella rispettiva costellazione.

L'Esagono di Saturno   I vortici geometrizzanti ispirarono molte culture remote del pianeta e le forme universali presenti negli universaloidi sono presenti anche nei loro artefatti (vedi cultura Terramare 1.500 a.C.). Sembra che i vortici energetici furono utilizzati per realizzare navi persino astronavi come le vimane il cui cuore propulsore era proprio un “universaloide energetico”. L’uso improprio di tal energia causò la distruzione di Atlantide. Anche il mito di Prometeo che rubò il fuoco dagli Dei per darlo agli uomini si riferirebbe all’energia degli Universaloidi. E ovvio che l’eroe non fu castigato per il semplice fuoco naturale che s’innesca da solo dopo un fulmine ma per un “fuoco freddo” che trasmuta la materia, appunto l’Universaloide.

   Ritornando al gigantesco ciclone geometrico di Saturno si osserva che il fenomeno si paragona al livello planetario dove il Sistema Solare stesso fosse un colossale Universaloide nel quale il Sole è l’occhio del ciclone mentre le orbite planetarie costituiscono il mosaico geometrizzante. Aldilà dell’ordinata progressione planetaria (Titius Bode), almeno un pianeta, il nostro, lascia intravedere un’interrelazione matematico geometrica stupefacente dove tra disponibilità numeriche speciali, geometria, leggi della natura e materia si auto plasma un’energia auto strutturante che coordina l’intero sistema solare. Il modello operante seguito sarebbe la “piramide”, una triade come quella di Giza: Cheope - Chefren – Micerino. Tutto sotto la stretta padronanza del “Sistema di Quantificazione Universale”. Proprio in memoria di questo “Sistema” furono erette le tre piramidi egiziane il cui modello proveniva dalla costellazione di Orione. L’Umanità non evolverà se non risolverà rapidamente queste equazioni, poiché sotto il peso della montagna di errori cumulati, soccomberà sicuramente.

   Il fenomeno atmosferico geometrizzante osservato al polo nord di Saturno sembra sia presente anche sul nostro pianeta a dimensioni infinitamente più piccole ma per noi gigantesche. L’autore Vasile Droj ha filmato un simile fenomeno sul cielo di Roma Nord, dove apparse una misteriosa linea retta lunga interi chilometri, come uno spartiacque, da una parte nuvole oscure e dall’altra parte nuvole luminose. Una cosa simile non si è mai vista nella storia umana. Questo prova che il clima terrestre sta cambiando rapidamente e che nell’atmosfera terrestre appaiono nuovi organi climatici di cui i fenomeni atmosferici geometrizzanti sono alcuni di loro.

17.06.2016

 

Autore:
Vasile Droj

Fondatore Centro Universologico di Roma

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

 

 

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